Programma Migratore Universale

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    FOR: 49/49
    COS: 27/45
    AGI: 34/34
    RIF: 20/20
    PV: 25/35
    PE: 27/45
    PA: 35/100.

    Nen:
    Statistiche Fisiche in Ten e Livelli Hatsu:

    FOR: 104/104
    COS: 27/45
    AGI: 72/72
    RIF: 20/20
    PV: 25/35
    PE: 27 /45
    PA: 40/100

    Coefficiente Hatsu (CH): 2.12
    Livello Ren: 1 (Consumo PA per turno: 89)

    Limitatori: LP (27+104)*5 = 655 - LV (72+20)*5 = 460

    Equip:
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    Slot Capo: Una maschera strana fatta d'ossa di demone, o così disse il proprietario alla vendita, estremamente resistente e con un segno particolare sull'altezza della fronte.
    Sulla maschera si dice vi sia una maledizione che porti alla morte chi la indossa.- +12PE - [120.000 Jeny; Slot Capo]
    Slot Busto: Giubbotto antiproiettile e anti taglio nero con una forma simile ad un panciotto, copre il busto per intero ambi i lati, di pancia e di schiena.
    Lascia scoperti sotto le spalle e il collo. Si camuffa bene alla vista come un abito comune, al tatto invece, è possibile sentire le placche di materiale ferroso a protezione degli organi. - +6 COS; +2PV - [120.000 Jeny; Slot Busto]
    Slot Vita: Cintura portaoggetti in pelle nera [+3 Slot Oggetto]
    Slot Arma: Guanti del destino - due guanti metallici che creano spostamenti d'aria e onde d'urto [Slot Arma] (+20 FOR; +15 AGI) (350.000)

    Oggetti:
    CITAZIONE
    // mApPaAaAaAaAa XD

    Altro:
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    Scalare: 8.500 Jeny.
    Momentanee: 51 LA, 33 LN e 99 SR


    "Criminale? Che accuse affrettate..
    Più forte.. di te? Certo, quindi?
    Ahhh.. una donna con una grossa falce eh.."


    "Uno che si introduce in un edificio di nascosto..
    Beh, l'ho fatto anche io per entrare nella casa del barista, ma andiamo avanti.
    Io e lui non siamo uguali."


    "A prima vista pare che tutti cerchiamo la stessa cosa, eppure non è affatto così.
    La donna con la falce, la Morte.. il motivo ne definisce la differenza e l'equivoco sembra inevitabile.
    Io cerco la Verità. Quando la troverò, tutto il resto non avrà più importanza."


    "Uhuh?"



    Questa risposta dell'eremita mi prese un'attimo di petto. Rimasi particolarmente sorpreso dalla risposta in parte posta in modo filosofico, molto enigmatica, ma sembrava come se lui sapesse qualcosa che a me interessava.
    Sicuramente dietro lui e i suoi colleghi c'è un capo, qualche figura che non tanto con la forza ma forse con un carisma assoluto, riusciva ad accogliere sotto la sua ala tizi tanti particolari quanto pericolosi. Ad eccezione dei due ragazzi, sempre se entrambi fossero realmente collegati alla lista dei soprannomi, sembravano avere il Nen. Due su due non è una coincidenza di certo. Forse la morta e il ragazzo erano solamente delle piccole pedine come anche Anton, il Papa, lo era per quella specie di prestigiatore piccolo e veloce. Avevo già presupposto che il mio obiettivo, la persona che io stavo cercando, potesse essere la morte andando a pensare per assurdo, ma l'avevo scartata visto la mia precedente "conoscenza". Belial si definì il fratello della Morte e definì la morte come suo fratello maggiore, di conseguenza, essendo io alla ricerca di una donna munita di falce le due realtà andavano a cozzare tra di loro. Tutto il filo logico del ragionamento si può tradurre in quell'attimo in cui scatto quella scintilla, che agli occhi dell'eremita mi fece abbassare per un secondo lo sguardo, in cui realizzai che probabilmente poteva essere la risposta a quello che stavo cercando. Io, Nicolas Ixo, stavo cercando la morte.
    In questa realtà dove tutto è diverso anche la morte poteva essere qualcosa di diverso, come una donna invece di una figura maschile, ma con la stessa iconica falce.
    Nel mio genio però c'era anche un gran dose di stupidità che non tenne conto di altre n° variabili una tra tutte: che chi mi ha mandato non fa parte di questa realtà; Per quello che ne so.

    "Beh, avrebbe senso... "

    ...

    "Ben detto, questo è lo spirito."



    Prima che andasse compii quest'atto folle.
    Decisi di far mostrare contro voglia il suo volto, ciò sarebbe potuto andare tutto per il verso sbagliato facendolo arrabbiare, ma per mia fortuna la mia sfrontatezza fu ricompensata.
    L'eremita prese a bene questa mia presa di posizione, a quanto pare gli stavo simpatico e decise di "lasciarmi impunito" sotto alcuni punti di vista. Era un uomo sulla quarantina dagli occhi scuri e dalla peluria grigia.
    Di certo il colore della barba lo faceva sembrare più vecchio da che la pelle lasciasse intendere, ma uno con la sua "ricerca", poteva fregarsene tranquillamente dell'aspetto fisico.
    La verità... Chissà a cosa si stesse riferendo.

    Senza troppi indugi mi recai all'interno dell'edificio della stazione, molto grezzo sia all'esterno che all'interno, da quello che potevo osservare.
    Solcato l'ingresso non mi sembrava di vedere nulla di interessante visto che la stanza era piuttosto spoglia e da quello che avevo visto fuori, mi diressi direttamente nella direzione presa del precedente infiltrato, così d'andare dove il casino dell'ora prima era stato generato. Una porta che una volta aperta portava ad un piano inferiore della stessa grandezza del precedente, ma dove sicuramente si era attuato il misfatto, visto il disordine lasciato. Come pensavo c'erano oltre a scrivanie con svariati foglia anche materiali vari e attrezzi di vario genere. La mia intuizione dell'accaduto alla fattoria coincideva perfettamente con quello alla stazione. Con un'alta probabilità l'eremita aveva prelevato qualcosa che gli servisse per terminare ciò che stavano costruendo, ma cosa? Se fossi riuscito a pedinarlo avrei trovato la risposta, ma prima che potessi rendermene conto quell'uomo era scomparso. Dopo essere uscito dalla struttura non mi rimaneva altro da fare se non tornare dal monastero. Una volta arrivato lì avrei trovato Sophia ad aspettarmi.

    "Una pessima cera come la mia..."

    "Racconta, ti ascolto."

    "... E questo è tutto."

    ""E così "il Papa" è pazzo ma non del tutto. Però questi nomi.. non ricordo assolutamente da dove provengano mhhh...
    L'assassinio del panettiere e queste strane liste da un lato.. il losco Eremita dall'altro. Non capisco come le cose siano collegate.
    Da parte mia invece posso dirti che il bosco è insidiosissimo. Dopo un'attento studio sono sicura essere difeso da un potere spirituale maligno, molto pericoloso.
    Anche se accorgersene non è immediato, pare impossibile addentrarsi troppo essendoci qualcosa che lo impedisce, come una barriera."


    "Una barriera? Sicuramente chi l'ha eretta è qualcuno di molto forte soprattutto se si protrae nel tempo ed è attiva da molto...
    Dobbiamo riuscire a farlo parlare, visto che lui con il tizio che era alla casa del vecchio sono andati a rubare attrezzi alla fattoria, probabilmente sa cosa vogliono costruire e o sa gli altri chi sono..
    "

    Delle "ics" con dei trattini, mhh.
    Comunque non dobbiamo allentare la presa, ma nemmeno autodistruggerci.
    Riposati e preparati. Dovresti avere ancora dei soldi da spendere e forse delle visite da fare, oltre che dormire probabilmente."


    "Non me ne parlare, sono stato tutto il tempo a pensare cosa potessero essere...
    Si, ma la cosa vale anche per te, vai a riposare e ci penseremo domani a mente lucida.
    Se non sei nel massimo della tua forma sarai solo un peso per te stessa!"


    "Se mi dici la verità su di te ti dirò il mio potere.
    Pensaci, ci vediamo all'ingresso subito dopo pranzo."


    "Beh, io non avrei problemi a vuotare il sacco, il problema sei tu...
    Se tu sia veramente pronta alla verità o mi prenderai per matto...
    Non è che la cosa mi cambi più di tanto, yaaaawwwwnn...
    Non mi sveglierò prima di pranzo, a domani.



    Dalle prima luci di quel nuovo giorno il sonno andò lungo e ristoratore fino all'ora di pranzo, dove probabilmente prima che si alzasse da solo, sarebbe arrivata Deva o qualcun'altra "sorella" a svegliarmi nel migliore delle ipotesi.
    Al risveglio mi aspettava sicuramente un discorso di un certo calibro che avrei preso forse troppo leggero mentre alla madre superiora probabilmente avrebbe fatto partire più di qualche neurone. Non avevo ancora inquadrato veramente quanto potesse essere aperta mentalmente e quanto potesse accettare la cruda verità di un mondo altamente sviluppato tecnologico, vista anche la sua eccentrica fede sicuramente avrei evitato di raccontare i miei trascorsi con demoni e angeli, ma mi sarei limitato solamente a raccontare in breve come mai fossi qui, in questo piccolo paesino e in quell'epoca. In un modo o nell'altro sarei arrivato a tavola, magari prima passando per il bagno per darmi una rinfrescata, per mettere qualcosa sotto i denti. Terminato il pasto, se fossi stato seduto vicino a Deva o a qualcun'altra che mi avesse rivolto la parola in precedenza, avrei anche conversato un minimo salutando e facendo domande di routine come: tutto bene? come stai? come hai dormito? Non volevo comunque fare l'apatico come i primi giorni. A furia di fare servizi con loro e "vivere" nel tempio, per quanto inusuale che un uomo abitasse nel monastero, ormai ci avranno fatto il callo.

    "Allora? Hai dormito bene?
    Hai riposato giusto?"



    Avrei esordito così all'incontro con Sophia dopo pranzo e nel caso, anche solo da una prima occhiata, mi fossi accorto che non avesse dormito gli avrei rivolto uno sguardo che farebbe un genitore ad un figlio dispettoso.
    Nel caso avrei aggiunto:

    "Hai un cera... di merda.
    Avresti dovuto seguire il mio consiglio."



    In tutto ciò saremmo dovuti essere da soli all'ingresso o comunque non nelle strette vicinanze di qualcun altro.

    "Allora? Ci muoviamo verso il bosco ad indagare su quella fantomatica barriera di energia, suppongo?
    O hai altri piani? Nel caso per recuperare tempo ti racconto un po' gli ultimi avvenimenti prima che arrivassi qua..."



    Non avrei iniziato subito a parlare, per un minuto buono sarei rimasto in silenzio, mentre probabilmente lei mi avrebbe guardato o messo fretta nel sputare il rospo visto anche la mia premessa di ore prima.
    Con le mani sulla cinta e tirando un ultimo sospiro prima di iniziare...

    "Mhhhhhh, come iniziare? Vediamo...
    Come dire...
    Vengo da una realtà differente!"



    Con entrambi i pollicioni in su e un sorriso finto accompagnavo l'affermazione.
    Senza dare il tempo di ribattere continuai.

    "E sono serio che tu ci creda o no.
    Da dove provengo io la tecnologia e molto più avanti e il mondo e molto diverso da come tu lo conosci.
    Come anche qui, il Nen, è un qualcosa di sconosciuto ai molti ma non è legato alla fede e io ne ero parzialmente a conoscenza e ancora non posso ringraziarti abbastanza d'avermi aiutato ad avvicinarmici.
    E' una forza che mi sarà molto utile per lo scopo che mi sono posto nella vita, che è completamente slegato alla mia missione attuale, che ti ho già raccontato...
    Non ti ho mai mentito, o quasi, più che altro non sono stato del tutto sincero ma non ho mentito, anche se potrebbe sembrare la stessa cosa!
    Sono entrato a contatto con delle persone forse pericolose che mi hanno fatto una proposta che, per quanto alleante ma poco sicura, non potevo per ovvi motivo rifiutare...
    Uno di loro ha un potere nen abbastanza particolare e ha creato un macchinario che ha trasportato la mia coscienza qui, nel passato di un universo parallelo al mio o comunque nel tuo presente..
    Il mio vero corpo è ora seduto in quell'affare e loro vogliono che io trovi questa persona in questa realtà...
    Non ho la più pallida idea di cosa gli serva trovare questa famosa donna che si destreggia nell'uso di una falce."



    Grattandomi la testa guardai ora l'espressione di Sophia in ansia totale.

    "Questo è tutta la verità e ora sta a te credere o meno...
    Al di là dei tuoi modi mi hai aiutato a superare un grosso ostacolo quindi voglio almeno ripagarti con questo problema, visto che magari nel farlo, potrei trovare una risposta alla mia ricerca impossibile.
    Mi sono meritato di sapere la tua abilità od ora vuoi solo prendermi a calci più di quanto tu voglia fare normalmente?"

     
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    Dopo aver fatto ricognizione all'interno della stazione, Dabi era tornato al monastero: non aveva ricavato granché da quest'ultima ispezione, ma tutto sommato c'era molto su cui fare rapporto. L'aggiornamento con Sophia era avvenuto quindi in maniera preliminare durante la prima mattinata, nel quale i due s'erano scambiati il grosso delle informazioni con la promessa di rivedersi dopo pranzo. Così il ragazzo s'era impegnato a concludere il sonno cominciato prima lungo il fiume.
    ...: ...
    CITAZIONE
    Recuperi 5 PE, 10 COS e 40 PA.

    Svegliatosi quando il sole era alto nel cielo, il ragazzo non era ancora vicino a quella che poteva dirsi una forma smagliante ma era in grado di alzarsi ed affrontare la giornata spinto dai rumori provocati dall'aggregarsi della popolazione del monastero verso il luogo presso il quale si svolgevano i pasti, oltre che dall'ormai desto senso dell'appetito.
    Al seguito dell'esodo di monache che si incanalava lungo i corridoi, Dabi era riuscito ad intrufolarsi in un bagno, o almeno così sarebbe potuto apparire agli occhi di quella casuale fanciulla che sorpresa l'aveva visto entrare così tranquillamente; però almeno era poi riuscito a darsi una sciacquata.

    Deva: "Ehm..
    Beh. Andiamo a pranzo, datti una mossa.
    "

    Raccogliendo un libro dei suoi che aveva appoggiato ad un mobile, accompagnava il giovane alla sala esagonale.
    Quando quasi tutte erano già con le forchette in mano, ai margini del salone un lato di un tavolo era ancora vuoto, ed è qui che il duo si sarebbe accomodato, procedendo col pranzo e con la conversazione dopo aver salutato con cortesia i più vicini.

    Deva: "Io tutto ok comunque. Qui c'è sempre da fare eh.. beh insomma gli ultimi avvenimenti non sono proprio rassicuranti, però sto imparando molte cose. Tu che combini piuttosto? Dovrai essere parecchio impegnato.. anche col resto. Pensi di cavartela?"

    Alludendo alle ricerche varie oltre che alla scoperta dell'Hatsu, Deva restava comunque distante, incapace di comunicare granché da parte sua.
    Così, una volta concluso il pasto i due s'erano separati, per tornare ognuno alle sue faccende più urgenti.
    CITAZIONE
    Recuperi 5 PV.

    Giunto all'ingresso principale del monastero, Dabi dava le spalle ai banchi della chiesa per spingere sul portone di legno, uscendo sul solito pianerottolo che gli donava la vista a quella particolare piazza, vista ormai tante volte.

    Madre superiora: "Eccoti. Riposato mh, sì."

    Il volto della donna appariva aspro e diffidente, difficile a dirsi quanto avesse effettivamente dormito. Cosa fare quindi?
    In attesa che Sophia desse un feedback, il ragazzo aveva finalmente deciso che avrebbe vuotato il sacco, esponendo i reali motivi che giustificavano la sua presenza in quel mondo alieno, frutto della tecnica Nen di un membro della Sfera; si teneva pronto ad esibirsi nella sua posa più convincente, semi-cosciente di quanto fosse relativamente folle la sua spiegazione.
    Alcuni altri commenti avevano però la priorità sulla situazione.

    Madre superiora: "Di certo il bosco non va perso di vista, e dovremmo cercare di esaminarne il più possibile ora che è giorno.. una buona parte se n'è già andata. Ci sono però tante questioni irrisolte ancora, ed io ovviamente non potrò occuparmene.
    Come si suol dire il sonno porta consiglio, e mi è venuto in mente che lo schema con i simboli potrebbe aiutare a questo proposito, e poi.. se come il blasfemo papa anche i suoi complici fossero abitanti qualunque della città?
    "

    Era evidente che la supermonaca avesse intenzione di prendersi cura personalmente di cosa stesse accadendo in mezzo alle fronde, aspettandosi che il suo protetto gli forninsse nuovamente l'indizio, ma come ben suggeriva c'era un'ampia gamma di gatte da pelare.

    Dabi: "Mhhhhhh, come iniziare? Vediamo..."

    E così, il ragazzo svelava finalmente le carte nella speranza che da quella montagna informe di dubbi e certezze uscisse qualcosa di utile e sensato.

    Madre superiora: "Ah.. diamine."

    Se qualcosa il giovane aveva potuto trarre dai tratti espressivi della donna, era che per una volta questa appariva genuinamente stupita, mostrando di aver necessità di qualche momento di ragionamento e suggerendo temporaneamente segni di vulnerabilità, infine vincendoli con le proprie convinzioni.

    Madre superiora: "Ebbene.. per quanto incredibile, a causa del mio - umh - Nen, questa tua spiegazione mi risulta più credibile della precedente."

    Rispettando quindi il patto proposto, spettava ora a Sophia mettere qualcosa sul tavolo.

    Madre superiora: "Quella di controllare gli altri esseri è una qualità vista spesso con timore e disprezzo. Grazie alla sapienza acquisita lungo la via del Signore, posso mettere a buon uso questa facoltà, esercendo la Sua giustizia.
    In poche parole, una volta soddisfatte le condizioni per la preghiera, sono in grado di condizionare un peccatore a seconda di quanto le sue azioni si discostano dalla retta via: per fare un esempio concreto, avrai notato la mia insistenza nel considerare false, almeno in parte, le tue spiegazioni.
    Coscente di questo, ho provveduto a porre delle lievi limitazioni, quando opportuno, alla tua crescita spirituale: nonostante gli evidenti ostacoli del rito, se in alcuni momenti ti è parso di avere più difficoltà nel gestire la tua anima è anche causa di questo. Ma non solo, ovviamente.
    "

    Appariva come una "banale" tecnica di manipolazione, per così dire; la signora non aveva rivelato le condizioni perché il potere potesse attivarsi, forse per discrezione.. quella di rivelare il funzionamento del proprio Hatsu è una idea dalla quale un utilizzatore tende a tenersi lontano, ma è anche vero che l'allievo-suora ne era ormai già stato soggetto. Durata ed estensione degli effetti erano incerti, ma le sorprese non erano finite; era forse quello il segno che aveva ottenuto piena fiducia?

    Madre superiora: "È quando i peccati vengono alla luce però che la giustizia prende forma, poiché esponendo la verità il rigore verso la Legge va necessariamente rispettato, anche imposto se necessario."

    Per come descritta, dietro quelle parole solenni ma al contempo criptiche, la tecnica dimostrava un carattere piuttosto duro e definitivo, senz'altro rispecchiabile in quello di Sophia. Nonostante l'ironia di quel potere, più simile ad una maledizione che non il contrario, la responsabile del monastero lo conduceva secondo una morale "cristiana", supportata anche dalla rinnovata evidenza che le intenzioni di Nicolas fossero buone; così non fosse stato, avrebbe potuto far fuori Dabi e mettere a ferro e a fuoco Oroka City, imponendo la tirannia o trasformandola in guazzabuglio di criminalità.
    Anche a Dabi spettavano quindi delle scoperte con cui fare i conti.

    Madre superiora: "Come dicevo.. c'è molto da fare. Io andrò al bosco, tu puoi cominciare con il resto: trova qualcosa sui nomi o sulle motivazioni di questi eretici, allena lo spirito, interroga il pazzo.. qualcosa di utile insomma.
    Ritroviamoci di nuovo all'ingresso del bosco prima che faccia buio.
    "
     
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    PA: 75/100.

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    PE: 27 /45
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    Livello Ren: 1 (Consumo PA per turno: 89)

    Limitatori: LP (27+104)*5 = 655 - LV (72+20)*5 = 460

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    Slot Capo: Una maschera strana fatta d'ossa di demone, o così disse il proprietario alla vendita, estremamente resistente e con un segno particolare sull'altezza della fronte.
    Sulla maschera si dice vi sia una maledizione che porti alla morte chi la indossa.- +12PE - [120.000 Jeny; Slot Capo]
    Slot Busto: Giubbotto antiproiettile e anti taglio nero con una forma simile ad un panciotto, copre il busto per intero ambi i lati, di pancia e di schiena.
    Lascia scoperti sotto le spalle e il collo. Si camuffa bene alla vista come un abito comune, al tatto invece, è possibile sentire le placche di materiale ferroso a protezione degli organi. - +6 COS; +2PV - [120.000 Jeny; Slot Busto]
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    Slot Arma: Guanti del destino - due guanti metallici che creano spostamenti d'aria e onde d'urto [Slot Arma] (+20 FOR; +15 AGI) (350.000)

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    Momentanee: 51 LA, 33 LN e 99 SR


    "Mhhh, avrei voluto dormire un altro po'."

    "Ehm..
    Beh. Andiamo a pranzo, datti una mossa."


    "Buongiorno anche a te."



    Raccogliendo le sue cose ci dirigevamo verso un tavolo vuoto in un angolo della sala da pranzo. Con un gesto della mano e un sorriso salutavo le altre mentre passavamo tra i tavoli, che qualche istante prima avevano risposto ai saluti della chioma blu, che come al solito rispondevano con estrema gentilezza nello sguardo e nei gesti. Una volta seduti tenendo un tono di voce molto basso iniziò la conversazione.

    "Io tutto ok comunque. Qui c'è sempre da fare eh.. beh insomma gli ultimi avvenimenti non sono proprio rassicuranti, però sto imparando molte cose.
    Tu che combini piuttosto? Dovrai essere parecchio impegnato.. anche col resto. Pensi di cavartela?"


    "Non sono nemmeno troppo tragici, per il momento, ma tutto bene anche da questa parte.
    Devo ammettere che mi trovo in un punto di stallo e non so bene cosa fare, non so quale sia la giusta mossa per sbloccare uno scacco al Re avversario, ma ho fatto comunque delle buone mosse.
    Ho trovato roba a caso dello smemorato ma né io, né Sophia, siamo riusciti precisamente a tradurre in un certo senso cosa potessero significare.
    Ecco, vedi?



    La conversazione era un leggero bisbiglio tra i due e senza farci caso, un po' per il sonno un po' perché era Deva, si lasciò scappare l'aver chiamato per nome la Madre Superiora.
    Come avrebbe reagito la ragazza? Ma non erano le sole cose che avrebbero dato a pensare la futura discepola ed ereda del fardello del monastero, perché in cerca di aiuto, Nicolas allungò davanti a lei due fogli.
    La mappa raffazzonata e il foglietto dell'enigma.

    "Ho provato a sovrapporre i due fogli pensando fosse una sorta di pista ma niente...
    Sono sicuro che sia fondamentale per capire qualcosa questo, ma non riesco proprio a trovare la chiave di lettura, ecco ho trovato anche questo ma penso sia proprio inutile. "



    Facendogli vedere sia la lista della spesa sia il libretto dei debiti.
    Non sembrava tanto vispa come al solito, forse non sapeva come approcciarsi a tutto ciò che stava succedendo, quel mio gesto forse sarebbe servito per entrambi.

    "Magari tu riesci a trovare un significato dove noi due abbiamo fallito...
    Ora vado! Mi raccomando occhi sempre aperti anche qui e lavora sodo."



    Con un sorriso, mi congedavo, non prima di raccogliere i pezzi delle mie ricerche.
    Chi lo sa, forse la ragazzina avrebbe capito un qualcosa che a me stava sfuggendo.
    All'Hatsu non ci stavo neanche pensando lontanamente, non ero tranquillo per farlo e probabilmente, finché la faccenda non si fosse risolta sarebbe stato impossibile.

    Terminato il pasto, lasciando una mina nelle mani di Deva, mi diressi al luogo dell'appuntamento che la "maestra".
    L'entrata del monastero una volta spalancata mostrava Sophia ad aspettarmi.

    "Allora? Hai dormito bene?
    Hai riposato giusto?"


    "Eccoti. Riposato mh, sì."

    "Hai un cera... di merda.
    Avresti dovuto seguire il mio consiglio.
    Allora? Ci muoviamo verso il bosco ad indagare su quella fantomatica barriera di energia, suppongo?
    O hai altri piani? Nel caso per recuperare tempo ti racconto un po' gli ultimi avvenimenti prima che arrivassi qua..."


    "Di certo il bosco non va perso di vista, e dovremmo cercare di esaminarne il più possibile ora che è giorno.. una buona parte se n'è già andata.
    Ci sono però tante questioni irrisolte ancora, ed io ovviamente non potrò occuparmene.
    Come si suol dire il sonno porta consiglio, e mi è venuto in mente che lo schema con i simboli potrebbe aiutare a questo proposito, e poi.. se come il blasfemo papa anche i suoi complici fossero abitanti qualunque della città?"


    "Beh, prima parliamo di quella cosa...
    Mhhhhhh, come iniziare? Vediamo...
    Come dire...
    Vengo da una realtà differente!"


    "Ah.. diamine."



    Sophia genuinamente stupita, scomposta e stupita. Ne rimasi meravigliato.
    Allora era un po' umana anche lei e non solo un palo su per il culo.
    Sarebbe poi susseguita la spiegazione di ambe le parti e a quanto pare accettò la verità senza smattare. Ero salvo, per ora.
    Rimasi un bel po' a riflettere, qualche minuto abbondante sul potere della tipa ed una sua probabile applicazione.

    "Manipolazione... Riesce a manipolare il potere altrui forse fino ad opprimerlo totalmente in base alla gravità dei peccati.
    Ora però vai a capire il metro di valutazioni e come innescare il potere...
    Così il mio primo pensiero, visto che ha parlato di preghiera, probabilmente ha bisogno di intonare un canto o una preghiera mentre vede il bersaglio?
    Potrebbe essere, si. Forse se riesce a parlare con il bersaglio disegnato, con una risposta ad una domanda, o già uno scambio qualsiasi riesce ad applicare meglio il potere? "



    Ripensai a cosa fosse accaduto dal primo momento in cui ho incontrato la madre superiora.

    "Sicuramente il tocco sulla gamba quando è comparsa dal nulla la prima volta è difficile da dimenticare.
    Probabilmente il suo potere funziona sul tocco, o anche sul tocco, visto che mi ha posto delle domande molto precise in quel momento... E a proposito di domande...
    Una domanda molto facile da porre per una monaca è quella... Credi in dio? E' una domanda banale da porre per una donna di chiesa verso una persona.. Mh, si.
    Posso presupporre dunque che il suo potere si divida in due applicazioni: cercare la verità attraverso il contatto e interferire con il nen guardando il soggetto scelto, mentre l'efficacia di quest'ultima cosa riguarda poi ai peccati compiuti e...
    Non capisco bene dove possa star bene la domanda, forse è collegata strettamente alla prima parte, mentre nella seconda deve mantenere il contatto visivo mentre prega così d'applicare il suo controllo sul potere avversario.
    Si, questa spiegazione mi convince parecchio e nel caso so anche come far si che abbia successo in caso di scontro.
    Molto probabilmente non può usarlo su più persone contemporaneamente o almeno non in modo efficace, soprattutto se è obbligata a guardarlo."



    Il riacchiappare il discorso di Sophia mi fece tornare alla realtà.

    "Come dicevo.. c'è molto da fare. Io andrò al bosco, tu puoi cominciare con il resto: trova qualcosa sui nomi o sulle motivazioni di questi eretici, allena lo spirito, interroga il pazzo.. qualcosa di utile insomma.
    Ritroviamoci di nuovo all'ingresso del bosco prima che faccia buio."


    "Ritornando un attimo al discorso di prima, direi, di non escludere che altre persone del paese siano invischiati in questa faccenda.
    Sarebbe da sciocchi pensare diversamente, ma se mi dicessi a cosa servirebbe lo schema? Che dici? Se ti serve te lo do o ti fai una copia!
    Comunque mi sono fatto un'idea del tuo potere e ho capito anche che finché non torna in se il papa non potrai estorcere informazioni, visto che effettivamente non ne ricorda alcuna...
    Ho anche una mezza idea di dove trovare forse un altro di quei tizi della lista, il mago, non so perché il laboratorio dell'inchiostro mi ispira fiducia!
    Dopotutto non usava magia ma scienza...
    Comunque provo a far ritornare la memoria ad Anton che si traduce a menarlo un po' e poi vado a controllare la nuova pista...
    Se non mi vedi arrivare ai margini della foresta prima che faccia buio avrò azzeccato con il mago e gliene darò ma tanta, ma tante, ma tante..."



    E con un cenno del capo mi avviai di nuovo verso l'interno.

    "Aveva detto che l'avrebbe tenuto sedato, vediamo come lo trovo, il caro Anton.."



    Ora dovevo solo cercare di colpirlo abbastanza bene e forte da riportargli alla memoria chi fosse.
    Non sapevo effettivamente dove fosse stato rinchiuso quindi avrei chiesto ad una delle sorelle di portarmici e una volta lì, di allontanarsi e non preoccuparsi di eventuali rumori forti o urla o qualsiasi cosa potesse accadere.
    Mi sarei procurato una corda e nel caso non ci fosse stata, invece, una sedia e l'avrei legato su di quella come un salame.
    Potevo spezzargli un braccio con una mano e staccargli il collo con due dita, non sarebbe stato un problema legarlo.

    "Rieccoti, come stai? Ti vedo in gran forma pezzo di merda.
    Ho incontrato l'Eremita, ti ricordi di lui? Dopo invece vado a trovare il presunto Mago, quello che ti ha abbandonato, ricordi?"



    Se avesse risposto ancora negativamente mi sarei spazientito.

    "Pezzo di merda! Avete ucciso l'unico parente in vita di quel bambino!
    NON HAI IL DIRITTO DI DIMENTICARE!"



    Tirai fuori le scartoffie trovate nella sua "casa" per fargliele vedere da vicino.

    "Questa è roba tua! Forza pezzo di merda, dii qualcosa di utile!"



    Altra risposta negativa? No problema.
    Girando un paio di volte su me stesso dalla rabbia evitai di guardarlo ma poi, come avevo già preannunciato, gli mollai un pugno alla tempia con una forza tale da rispedirlo nel mondo dei sogni ma senza sedativo.
    Se non avesse perso conoscenza l'avrei rialzato con tutta la sedia, che post colpo sarebbe caduto con lui sopra, per poi dirgli qualcos'altro.

    "Allora? Ricordato qualcosa?"



    Risposta negativa? Pugno sul setto nasale e glielo si rompe.
    Non è svenuto ancora? Lo si rimette seduto, domanda e se non parla altro pugno.
    Prima o poi sarebbe svenuto o sarebbe morto prima, la seconda opzione la stavo comunque evitando. La rabbia non fa ragionare a mente lucida.
    Se non fosse servito a nulla il pestaggio avrei spesso e l'avrei lasciato legato, avrei cercato qualche sorella a cui dare indicazioni e gli avrei fatto dare una rattoppata.

    "Non slegatelo per nessun motivo, anche se stesse per morire, è pericoloso non c'è bisogno che ve lo rammenti, no?
    Per favore, che qualcuno stia sempre qui nei dintorni per sentire se dice qualcosa, soprattutto se dice qualcosa di strano.
    Se ha bisogno di acqua dategliela da lontano se non siamo presenti né io né la Madre Superiora o usate i calmanti.
    Finito di rattoppare ho alcune faccende da sbrigare."



    Avrei assistito le suore e una volta finito ci saremmo chiusi la porta alle spalle con un paio di mandate abbondanti.
    Detto ciò mi sarei diretto verso quella che mi aveva indicato, il tizio al mercato, come il suo laboratorio nel caso fosse servito altro inchiostro.

    "Sulla strada che porta al cimitero, la prima strada a destra?
    Prima o dopo il cimitero? Mah, non ricordo, ma che fosse vicino al cimitero me lo ricordo, farò il giro nel caso."



    Uscito dunque la monastero mi diressi verso il cimitero e in quella zona iniziai a cercare il laboratorio.
    Ero particolarmente attento nel cercare con lo sguardo tabelle o il tizio del mercato e nel caso ci fosse qualcuno da quelle parti, per fare prima, avrei domandato sperando che a sto giro qualcuno lo sapesse.
    Una volta trovato avrei tenuto d'occhio il posto per un po' di tempo per vedere se ci fosse via vai o qualcosa di strano, se niente avesse destato i miei sospetti mi sarei avvicinato e da una finestra avrei curiosato verso l'interno.
    Se avessi visto il tizio del mercato avrei fatto particolarmente attenzioni alla sua fisionomia per riscontrare se fosse o meno il fantomatico "mago" almeno all'apparenza se così non fosse stato sarei entrato come un cliente qualsiasi mentre in caso contrario avrei fatto la stessa cosa ma mantenendo un livello d'attenzione al minimo dettaglio altissimo e pronto a inseguirlo, stavolta.
    Una volta dentro mi sarei guardato intorno per notare qualche cosa che potesse essere interessante, tipo se avesse un "retro" oltre alla stanza dell'entrata o se qualcun altro lavorasse con lui. In caso di una risposta affermativa avrei soppesato eventuali somiglianze con la figura bassa, veloce, incappucciata e armata di boccette. Niente ancora? Si va avanti con le indagini.

    Ehy, come vanno gli affari? Tutto bene?
    Avrei bisogno di farle qualche domanda, ci sta?



    Non che m'importasse della risposta affermativa.
    Avrei fatto molta attenzione alle reazioni alle domande, anche se non fosse lui il mago, magari poteva essere qualcun'altro di sua conoscenza.

    "Oltre ad inchiostri e coloranti vari, si occupa o è capace di creare miscele che producono fumo al contatto con l'aria?



    Risposta negativa e tutto tranquillo, forse stranito, ma tranquillo? Passavo avanti.

    "Mi sa dire per caso, che lei sappia, se qualcuno avesse queste competenze?
    O comunque, competenze chimiche in generale, che possano essere abbastanza da poter ideare qualcosa del genere...
    Visto che lei, qualcosa di chimico, dovrebbe capirne visto ciò che tratta."



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    L'imprevisto incontro con la giovane Deva si concretizzava in un comune pranzo insieme: nonostante la parvenza, il dialogo era leggermente diverso dal solito, probabilmente a causa dei fatti che piuttosto di recente avevano coinvolto entrambi, in un modo o nell'altro. Nel confessare il proprio blocco, Dabi non dava l'impressione di essere in chissà quali difficoltà, forse queste esperienze sommate a quelle precedenti nella sua storia stavano contribuendo a renderlo un tipo davvero tosto, forse faceva così per non preoccupare la fanciulla.. in ogni caso necessitava d'aiuto, e chiedere alla fresca mente della ragazza non era un'idea di cui vergognarsi, così aveva cominciato a tirare fuori le scartoffie e mostrarle gli indizi, esplicitando i dubbi a partire dalla mappatura del luogo.

    Deva: "Mmhhh.."

    La giovane aveva dapprima arcato un sopracciglio all'udire il nome della monaca, rilassandosi però subito dopo. Quella strana confidenza poteva essere sia un male che un bene, ma il suo interesse s'era subito spostato sulla rappresentazione della città e il foglietto associato. Imitando il movimento spiegato da Dabi, anche Deva aveva provato a giocherellare con le carte seguendo lo stesso concetto, arrivando da nessuna parte in particolare.

    Deva: "No, non ci vedo nulla di che, mi spiace."

    Triste del non essere molto d'ausilio, la piccola monaca tentava la fortuna con gli altri due fogli esibiti ma sia la lista della spesa che quella dei debiti contribuivano soltanto a farla imbronciare di più.

    Deva: "E quello?"

    Presa dalla foga di rendersi utile, aveva afferrato un altro pezzo di carta dalle mani del giovane che le stava relativamente vicino, quello contenente l'altra lista di nomi. Aprendosi, i suoi occhi rivelavano un fievole collegamento con qualcosa, ma questo non sembrava renderla più allegra. Leggendo più e più volte la lista cercava di convincersi che potesse aver trovato il modo di dare una mano, senza però trasmetterne la certezza.

    Deva: "Questi nomi hanno qualcosa di familiare. Credo di averli letti da qualche parte, fammi fare un po' di ricerche."

    Stavano ormai terminando le pietanze disposte nei rispettivi piatti, quindi Dabi sarebbe giunto al luogo dove avrebbe intrattenuto il bizzarro dialogo con la donna poco prima citata, per poi chiudersi momentaneamente su alcune elucubrazioni riguardanti l'Hatsu della madre superiora, finalmente svelato. Ripercorrendo il suo percorso, tentava di collegare gli avvenimenti che li avevano legati, in particolare il primo incontro, con le strambe teorie di lei. Effetti e condizioni erano vagamente definiti ora ed il ragazzo aveva individuato la duplice natura del loro contatto.
    Dopo aver rispettato la parola quindi la donna sentenziava la sua partenza verso il bosco, non senza udire domande e commenti del suo allievo acquisito, sempre riflessiva.

    Madre superiora: "Appunto, ma anche gettarsi testa bassa nello scoprire chi degli abitanti è complice sarebbe da sciocchi, non ti pare?
    Lo "schema".. potrebbe essere sì una mappa, dell'interno del bosco. Forse combacia con quella sorta di barriera che mi ostacola, se fosse così potrebbe risparmiarci parecchio tempo; buona idea, fai un salto nel mio ufficio e copiala. Corri!
    "

    Avendo o meno eseguito Dabi quello che sembrava un ordine a tutti gli effetti, Sophia avrebbe annuito al resto del piano senza offrire commenti e scomparendo dalla sua vista con l'accordo di rivedersi al bosco a fine giornata, a meno che avessero avuto le mani troppo impegnate.
    Dopodiché sarebbe stato il turno del Papa, la cui stanza avrebbe raggiunto grazie alle indicazioni di una monaca di passaggio che l'avrebbe accompagnato, lievemente allarmata dalle presunte rassicurazioni del giovane, negandogli la corda richiesta visto che "come avrebbe notato non ce ne sarebbe stato bisogno", o una roba del genere. Superando un'altra monaca che faceva da custode all'ingresso, era entrato nella stanza dove il barista alloggiava, trovandolo sdraiato su di un lettino poco diverso dal suo. Come predetto, era facilmente intuibile che fosse sedato dato che, sebbene sveglio, l'uomo non aveva fatto altro che voltare la testa per identificare il suo ospite, esimendosi dall'uso della parola.
    Una sedia era già presente all'interno della stanza, dove Dabi l'avrebbe fatto sedere docilmente; che poi avesse trovato un altro modo per limitare ulteriormente i suoi movimenti o altrimenti, avrebbe esordito con un saluto sarcasticamente cordiale, spiegandogli come fosse venuto in contatto con altri membri della combriccola, o presunta associazione criminale.

    Anton: "Ahhh.. mhh..
    Eremita e Mago.. sì nomi familiari. Buoni o cattivi, non ricordo.
    "

    Ma di certo Nicolas non l'avrebbe lasciato in pace per così poco. Quello che invece stava per accadere era un capovolgimento della situazione, così per come appariva agli occhi dei protagonisti. Adirato, alzando la voce, il giovane gli ricordava, riassumendole e rinfacciandogliele, le sue malefatte nei confronti della famiglia del panettiere, verso il vivo e il morto, appoggiandosi agli indizi raccolti nel suo covo che lo imputavano a sufficienza e sbattendoglieli in faccia.
    Ma prima *sbam*, cazzottone in testa e perdita di sensi, dalla durata di qualche manciata di secondi. Al rinvenimento l'uomo avrebbe preso a massaggiarsi il cranio, senza accennare rimorsi o rivendicazioni, addirittura nemmeno il ricordo del pugno stesso; dalla sua faccia il dolore cominciava a prendere delle fattezze reali, ma la causa era dubbia e quasi buffamente curiosa.

    Anton: "Mhhh sì.. ah. La birra devo fare la birra.
    Il sacrificio è la chiave per la redenzione.
    Quanta gente viene a bere la birra. Non c'è solo la birra però, anche il vino, i pezzi di carne e lo spirito.
    Tanti bicchieri di vino, pochi di dita tumefatte. Che stanchezza ora.
    "

    Un bel pugno in pieno muso stavolta, e come pianificato, dal suo naso spezzato in più punti il sangue cominciava a macchiare indumenti ed eventuali lenzuola. L'uomo dava cenni di potenziale perdita di sensi e sebbene non avesse ancora lasciato la coscienza, il senno non era sicuramente tornato, anzi.
    Come accennato, mentre il viso del barista diveniva progressivamente più malconcio, quello di Dabi si trasformava proporzionalmente in quello di un losco criminale e l'inversione dei ruoli era già in atto: con le nocche sporche di sangue altrui, lo scuro volto del violento avrebbe distrutto l'inerme paziente con lo sguardo se solo avesse potuto. Al pover'uomo sembrava quasi che i suoi sfregi prendessero vita per inghiottirlo, se solo fosse stato abbastanza conscio, e l'ira del giovane non faceva che aumentare senza dare frutti evidenti, così che di pari passo l'insoddisfazione lo aveva portato a chiedere ausilio alle monache fuori dalla porta verso il compimento della sua impresa.
    Se il giovane non se ne fosse accorto, la crudezza delle sue azioni avrebbe preso forma nell'espressione delle donne che, pur consapevoli dei ruoli, erano rimaste inorridite: senza mai dimenticare l'aspetto e la strana natura della presenza del ragazzo in quel luogo, non l'avrebbero intralciato ma nemmeno favorito in quel momento. Certo era che le sue indicazioni erano volte alla sopravvivenza del maltrattato, cosicché queste l'avrebbero rimesso più o meno in sesto ma intimando Dabi di lasciare la stanza.

    Anton: ".."Già il vostro corno è stato alzato, la vostra collera è stato accesa, la vostra stella brilla intensamente, ed il vostro cuore..."
    "Da dove vieni, assassina degli uomini? Dove sei incamminata, superatrice degli spazi?"..
    "

    Dopo aver udito quelle sconnesse o deliranti frasi, gambe in spalla Dabi si volgeva indicativamente verso sud-est ora, in direzione del luogo da cui la sua avventura aveva preso forma. Non avrebbe impegnato molto tempo a trovare il laboratorio, anzi: prima ancora di raggiungere il campo dove Thomas l'ubriacone risiedeva (chissà come avrebbe fatto ora a sbronzarsi quotidianamente dato che il bar era chiuso), il luogo rimaneva sulla destra e si presentava come un lungo ma piccolo edificio dall'ingresso proporzionale. Era riconoscibile grazie alla caratteristica insegna riportata sopra la soglia, la cui scritta era chiaramente composta dall'inchiostro di produzione propria e riportava un semplice "Non solo inchiostri di Toorph". Se avesse atteso fuori per più di mezz'ora, il giovane avrebbe avvistato una presumibile cliente sui 35 anni entrare con due boccette vuote ed uscire in meno di 5 minuti con le stesse piene di liquido dorato, ma nulla di sospetto.
    In ogni caso, aperta con altrettanta facilità la porta d'ingresso, l'entrata di Nicolas era annunciata, come spesso accadeva, dal cigolare dei cardini.

    Toorph: "Salve. Oh, il giovane del mercato, benvenuto. Sei solo oggi..
    ...
    Eh, giornata abbastanza lenta. Certo, come posso aiutarti?
    "

    Lenta per lui che s'era alzato presto come suo solito. L'uomo sedeva pazientemente su una sedia situata, come spesso accadeva, dietro un bancone attaccato alla parete sinistra ma che lasciava spazio sulla destra. Dietro di lui non c'era un muro bensì il laboratorio vero e proprio, più spazioso dell'anticamera dove avveniva la parte economica e "pubblicitaria" del business e caratterizzato da utensili, materie prime e tavoli da lavoro sulla falsa riga di quelli osservati nel sotterraneo della stazione.
    C'è da dire che l'aspetto dell'uomo non combaciava granché con quello del presunto Mago e anche dall'età che dimostrava la compatibilità fra i due non sembrava probabile.

    Toorph: "Mmh.. Non me ne occupo no, ma immagino che ne sarei in grado.
    Credo con una miscela di salnitro e bicarbonato.. No, zucchero. Forse utilizzando qualche gas anche.
    Mmmh non ne sono sicuro ma dovrà essere una combinazione di questi materiali, lavorati in un certo modo.
    "

    Visti il legno e il cuoio era ipotizzabile che l'uomo producesse anche gli stessi strumenti per scrivere oltre che rilegature per libri, ma dei materiali appena citati Nicolas non avrebbe saputo verificarne la presenza. Certo era che il commerciante si mostrava molto collaborativo.

    Toorph: "Competenze mhhh.. Mi vengono in mente solo il bar e il negozietto di saponi al momento, il primo in centro, l'altro un po' più lontano."

    Se però il viso dubbioso dell'uomo era dapprima riconducibile alla richiesta elucubrazione, ora il dubbio era più evidente.

    Toorph: "Maaa.. come mai me lo chiedi?"

    Come spesso accadeva, era più che altro Dabi quello a sembrare sospetto.
    Se il giovane avesse deciso di dirigersi nuovamente al negozio dei saponi avrebbe trovato chiuso e con nessuno in vista. In poche ore avrebbe comunque fatto buio.



    //il foglietto con i "nomi strani" passa a Deva mentre puoi copiare quello con le X per Sophia
     
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    PA: 75/100.

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    FOR: 104/104
    COS: 27/45
    AGI: 72/72
    RIF: 20/20
    PV: 25/35
    PE: 27 /45
    PA: 40/100

    Coefficiente Hatsu (CH): 2.12
    Livello Ren: 1 (Consumo PA per turno: 89)

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    Slot Capo: Una maschera strana fatta d'ossa di demone, o così disse il proprietario alla vendita, estremamente resistente e con un segno particolare sull'altezza della fronte.
    Sulla maschera si dice vi sia una maledizione che porti alla morte chi la indossa.- +12PE - [120.000 Jeny; Slot Capo]
    Slot Busto: Giubbotto antiproiettile e anti taglio nero con una forma simile ad un panciotto, copre il busto per intero ambi i lati, di pancia e di schiena.
    Lascia scoperti sotto le spalle e il collo. Si camuffa bene alla vista come un abito comune, al tatto invece, è possibile sentire le placche di materiale ferroso a protezione degli organi. - +6 COS; +2PV - [120.000 Jeny; Slot Busto]
    Slot Vita: Cintura portaoggetti in pelle nera [+3 Slot Oggetto]
    Slot Arma: Guanti del destino - due guanti metallici che creano spostamenti d'aria e onde d'urto [Slot Arma] (+20 FOR; +15 AGI) (350.000)

    Oggetti:
    CITAZIONE
    // mApPaAaAaAaAa XD

    Altro:
    CITAZIONE
    Scalare: 8.500 Jeny.
    Momentanee: 51 LA, 33 LN e 99 SR


    Il confronto con Deva avrebbe sicuramente portato a galla qualcosa anche se inizialmente pareva tutto tranne che un passo avanti visto che, i primi fogli non avevano accesso nessuna lampadina alla ragazza, ma infine nell'impeto di volersi rilevare utile afferrò l'ultima delle "prove" raccolte quasi dalle mie mani per poterla analizzare. Nei suoi occhi sembrò accendersi una flebile luce di qualcuno che avesse intuito qualcosa, leggendo e rileggendo, vedendo l'iride e la pupilla andare sopra e sotto svariate volte. Quella piccola luce mi fece comparire un ghigno sul volto soprattutto sentendo le sue parole.

    "Questi nomi hanno qualcosa di familiare. Credo di averli letti da qualche parte, fammi fare un po' di ricerche."

    "Finalmente! Una piccola svolta!"



    Esultai, per poi abbassare nuovamente la voce.

    "Siamo nelle tue mani."



    Finite le pietanze non mi rimaneva altro da fare se non raggiungere Sophia.
    Una volta arrivato da lei ci fu una conversazione molto interessante che ci aveva portato forse ad un possibile collegamento con lo strano schema di "X" sul foglietto e la barriera della foresta. Con i suoi soliti modi...

    "Appunto, ma anche gettarsi testa bassa nello scoprire chi degli abitanti è complice sarebbe da sciocchi, non ti pare?
    Lo "schema".. potrebbe essere sì una mappa, dell'interno del bosco. Forse combacia con quella sorta di barriera che mi ostacola, se fosse così potrebbe risparmiarci parecchio tempo; buona idea, fai un salto nel mio ufficio e copiala. Corri!"


    "Perché finisce sempre che mi ordina qualcosa..."



    Per evitare di risponderle male con delle frasi tipo: "Fattelo da sola!" o "Non le hai tu mani e gambe?"; mi stetti zitto.
    Andando a passo spedito e arrivando nel suo ufficio, gli feci una copia, senza andar di fretta una volta con la penna in mano. Dovevo fare una copia fedele e star attento a non sbagliare, poiché, se l'idea della madre fosse giusta la strada sicura sarebbe stata solamente una e un errore avrebbe potuto far succedere casini non belli.

    Una volta essermi diviso dalla massima autorità clericale e insegnante di nen, mentre lei era diretta al bosco, io feci retro front per dirigermi nella stanza aka cella di Anton "Il Papa". Non sapendo dove fosse chiesi ad una monaca di accompagnarmici facendo le dovute premesse di ciò che potesse accadere una volta che io sarei entrato in contatto con quella figura. La donna era turbata dalle mie parole e mi avrebbe poi rassicurato che non ci fosse bisogno di alcuna corda per legare lo sprovveduto e una volta arrivato alla stanza, essere entrato ed aver visto il criminale, capii che fosse sotto sedativo. Ciò non mi avrebbe fermato nel fare ciò che più pensavo fosse utile e soprattutto, mi compiaceva.

    Alla prima domanda...

    "Ahhh.. mhh..
    Eremita e Mago.. sì nomi familiari. Buoni o cattivi, non ricordo."



    Il fatto che fosse così tranquillo mi faceva imbestialire e cominciai così ad inveire contro di lui, prima a parole, poi fisicamente.
    Il colpo alla testa per quanto lo sapessi già non avrebbe portato con sicurezza la sua memoria indietro e difatti non sembrava che peggiorare in un certo senso. La cosa mi faceva salire ancora di più la rabbia e lui dopo aver ripreso conoscenza cominciò a parlare senza dire nulla di fatto. Vaneggiamenti di un folle.

    "Mhhh sì.. ah. La birra devo fare la birra.
    Il sacrificio è la chiave per la redenzione.
    Quanta gente viene a bere la birra. Non c'è solo la birra però, anche il vino, i pezzi di carne e lo spirito.
    Tanti bicchieri di vino, pochi di dita tumefatte. Che stanchezza ora."


    "Tanti bicchieri di vino, pochi di dita tumefatte?!?!
    Il sacrificio è la chiave della redenzione... Redenzione da cosa?!?!"



    Questa volta invece della tempia andai dritto sul naso spaccandolo e lasciando il figlio di puttana in un lago di sangue. Con il seguente colpo il bastardo sembrava più nell'altro mondo che in questo attuale, per quanto nemmeno questo fosse quello reale, e per evitare che perdesse i sensi lo sbatacchiavo mantenendolo con la maglia insanguinata. Sembrava che i ruoli si fossero invertiti agli occhi delle monache che assistevano ad un pestaggio. Avrei continuato a pestarlo fino ad ammazzarlo con le mie mani tanta la rabbia che tuonava nel mio petto e nella mia testa. Conscio del fatto che se avessi continuato sarebbe andata a finire come avrei voluto nei miei pensieri mi fermai di botto e chiamando le due donne fuori, chiesi di riacchiappare quella merda al meglio delle loro possibilità. Una volta che queste acconsentirono venni anche intimato a lasciare la stanza e in tutta risposta le guardai negli occhi con uno sguardo incazzato nero. Prima che potessi mettere entrambi i piedi oltre la soglia della stanza-prigione Anton parlò nuovamente, con un tono leggermente basso, ma nel silenzio comunque udibile.

    "Già il vostro corno è stato alzato, la vostra collera è stato accesa, la vostra stella brilla intensamente, ed il vostro cuore..."
    "Da dove vieni, assassina degli uomini? Dove sei incamminata, superatrice degli spazi?"


    "Eh? Sembra tanto qualche cosa di biblico..
    Voi conoscete che roba è?



    Domandando alle due donne, in caso di risposta negativa mi sarei fiondato nell'ufficio della Madre per poter scrivere quelle frasi su un foglio così da non dimenticarle per poi passare da Deva e chiedergli se le conoscesse e se poi, potesse (una volta che avrei fatto ritorno) farmi leggere il resto sperando di trovare qualche sorta di indizio. Fatta questa piccola deviazione andai poi al laboratorio d'inchiostro. Vi anticipo che è stato un flop completo, ahimè, la mia intuizione non ebbe successo o non nel senso che volevo. Avrei potuto forse cancellare almeno questo tizio dalla lista dei sospettati? Mh.

    Non avrei impiegato molto tempo ad arrivare alla struttura che cercavo. Immaginavo fosse più grande essendo un "laboratorio" e nel mio immaginario era almeno il doppio, ma nella realtà dei fatti invece, era un edificio piccolo più lungo che largo dalla forma quasi rettangolare. Sarebbe stato difficile sbagliarmi avendo letto un'insegna con scritto "Non solo inchiostri di Toorph" che mi tolse ogni dubbio. Stando lì un po' ad osservare potei notare che oltre una cliente sulla trentina nessun'altra persona sarebbe arrivata e quindi, annoiato dall'attesa, mi recai all'ingresso ed entrai. Ovviamente mi ero dato una pulita nella fontanella fuori al monastero. Dopo una gran entrata ponendo subito un quesito ebbi una risposta degna di un vecchietto stanco del lavoro.

    "Salve. Oh, il giovane del mercato, benvenuto. Sei solo oggi..
    Eh, giornata abbastanza lenta. Certo, come posso aiutarti?"



    Almeno sembrò fin da subito a collaborare dunque passai alla prima e vera domanda.

    "Mmh.. Non me ne occupo no, ma immagino che ne sarei in grado.
    Credo con una miscela di salnitro e bicarbonato.. No, zucchero. Forse utilizzando qualche gas anche.
    Mmmh non ne sono sicuro ma dovrà essere una combinazione di questi materiali, lavorati in un certo modo."


    "Ok, potrei investigare sul salnitro che rispetto agli altri elementi ha un'usanza meno comune..."



    Altra domanda.

    "Competenze mhhh.. Mi vengono in mente solo il bar e il negozietto di saponi al momento, il primo in centro, l'altro un po' più lontano."

    "Il negozietto di saponi dici? Ci sono stato per fare delle compere e ho trovato solo i due bambini ad occuparsene, che lei sappia hanno un fratello maggiore o comunque immagino che il padre sia abbastanza giovane visto la loro tenera età."



    Avrei aspettato la risposta e poi avrei chiesto nel caso la descrizione sommaria sia del padre che dell'eventuale fratello grande.
    Su Anton sarebbe stato inutile chiedere spiegazioni, tanto nelle condizione in cui versava, era inutile parlargli.
    Giustamente ora era il negoziante ad essere curioso.

    "Maaa.. come mai me lo chiedi?"

    "Lo saprà a tempo debito, per ora mi dia un foglio di carta, devo appuntarmi delle cose...
    Quanto le devo?"



    Era per cortesia l'acquisto più che altro. Ovviamente avrei chiesto anche un pennino per trascrivere gli ingredienti da lui supposti per fare la cortina fumogena. Avrei chiesto anche chiarimenti sul gas se avesse idea di quale potesse essere. Una volta pagato avrei ringraziato e me ne sarei andato. Il naturale corso delle indagini sarebbe poi proseguito facendomi rimbalzare al negozio dei saponi che però avrei trovato chiuso, ma non essendo un tipo che molla subito l'osso, sarei rimasto fino a poco prima che calasse il sole e se non fosse accaduto nulla mi sarei diretto al bosco per cercare la madre. Più mi sarei avvicinato al bosco e più sarei stato attento e possibilmente ben "nascosto" laddove mi fosse possibile. Sarei uscito allo scoperto solo se avessi visto Sophia. Ten attivo se fossi uscito mentre se fossi rimasto nascosto lo Zetsu.

    Se ci fosse stato Sophia...

    "Com'è andata?"



    Se invece non ci fosse stata avrei aspettato una mezz'ora dal calar delle tenebre e se non si fosse palesata neanche a quel punto avrei cominciato ad arrivare fin dove potessi, immaginando, che ad un certo punto la barriera mi avrebbe bloccato.

    "Dove sarà?"

     
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    Entusiasta e fiducioso dell'aver lasciato l'indizio nelle mani di Deva, la quale avrebbe preso in carico parte della ricerca, Dabi veniva sballottolato qua e là per le stanze del monastero come una pallina da ping pong: all'ingresso, Sophia lo aveva mandato stizzito come di consueto a fare una copia della mappetta e al ritorno si era diretto alla stanza di Anton, il barista autoproclamatosi Papa. Una volta pestato come di dovere, il giovane era volato nuovamente nell'ufficio della madre superiora a trascrivere questa volta le frasi sputate dal folle, avendo richiesto cortesemente i commenti delle monache più prossime.

    Monaca: "Pare avere un che di religioso sì.."

    Monaca: "..mai sentite però."

    Successivamente aveva ben pensato di portare a Deva anche quella citazione, a supporto della ricerca commissionata: perdendo un po' di tempo Dabi l'avrebbe trovata in un corridoio, seduta in mezzo ai libri ed assorta al punto da accettare il nuovo input senza una parola.
    Infine si era diretto verso il laboratorio d'inchiostro dove, seppur avendo mancato l'obiettivo principale, era venuto conoscenza di alcune delle informazioni che potevano tornargli utili. Il proprietario era stato abbastanza cordiale e la spiegazione di Dabi non l'aveva convinto più di tanto, ma questi non s'era rifiutato di vendergli carta, penna ed una boccetta d'inchiostro al modico prezzo di 7 LA, cosicché il giovane avesse potuto fare tesoro anche di quegli appunti.
    CITAZIONE
    Ottieni 1 Pennino e 1 boccetta d'inchiostro nero (10 utilizzi).

    Un accenno di progresso nel suo ruolo investigativo, ma non era riuscito a capire a quale gas accennasse il vecchio scriba.

    Toorph: "Bambini?! Non mi sembra.. forse hai confuso con qualcun altro. L'erborista è una donna, neanche di quarant'anni direi, carina pure."

    Bambini.. fosse anche nel suo subconscio, forse il ragazzo cominciava a nutrire degli strani sospetti, oppure stava semplicemente e genuinamente sbagliando.
    Per la seconda volta il giovane si era diretto al negozio dove era stato mandato a comprare del sapone fresco delle ultime novità, ma come previsto, nonostante la perseveranza nell'attesa, non s'era fatto vivo nessuno. Stesso sarebbe comunque accaduto se putacaso il ragazzo avesse cercato della lana. Col sole all'orizzonte, non restava quindi che farsi strada verso il bosco.
    Gli ultimi raggi di luce arancione filtravano attraverso i primi alberi della piccola selva; in vista non c'era nessuno e la boscaglia offriva abbondante riparo per un'avanscoperta silenziosa e ottimizzata da un prevalente stato di Zetsu, ma forse nascondeva anche pericoli più difficili da individuare. Che fare ora?
    CITAZIONE
    Recuperi 15 PA.

    Il punto di ritrovo era quello, dove la stradina sterrata che il taglialegna aveva usato qualche giorno prima cominciava ad essere inghiottita dal bosco e ad altezza uomo la vista veniva ostacolata dai primi cespugli: per una mezz'ora il ragazzo avrebbe aspettato lì Sophia che a quanto sapeva sarebbe dovuta giungere dall'interno per accompagnarlo.
    Come le altre prima, anche quell'attesa si stava rivelando inutile. In quella mezz'ora il sole aveva fatto in tempo a completare la sua discesa, e la giovane notte celava ancor di più lui ed il luogo misterioso.
    Non potendosi spiegare cos'altro di meglio avesse potuto fare, Dabi si addentrava ora nel bosco, alla ricerca della madre superiora o di qualsiasi altro potesse celarsi al suo interno, impresa resa più difficile ora dalla scarsa illuminazione. Occasionalmente, i suoi movimenti erano accompagnati dal fruscio di foglie causato dalla brezza o dallo spostamento di qualche animale: assorto nello Zetsu e nel silenzio, anche le minute variazioni del sottobosco gli apparivano percepibili, ed avrebbe potuto scommettere sull'assenza di altri individui nelle immediate vicinanze. La falce della luna non brillava ancora di tutto lo splendore che le era concesso ma accompagnava il suo sguardo nell'addentrarsi del bosco.
    Come sapeva, quella porzione di area non era sconosciuta agli abitanti della cittadina di Oroka che però non tendevano a frequentarla volentieri in questi ultimi tempi: vuoi per l'apparizione di un gruppo estraneo dall'aria minacciosa, o forse per la sparizione della figlia Mathers, se non che le cose coincidessero, era ormai feeling generale quello di visitare solo se necessario. E non a caso.

    *VMM*

    ?: "..?"

    Vagamente disorientato, il ragazzo si trovava dove sapeva di essere: in mezzo agli alberi, nel bosco, lievemente ruotato. Dalla direzione in cui s'era rivolto poc'anzi giungeva una sensazione più che sgradevole e Dabi avrebbe potuto giurare di aver smarrito qualche istante di memoria. Grazie allo Zetsu e ai suoi riflessi il ragazzo s'era tirato indietro nell'immediato, e forse gli era andata pure bene.
    CITAZIONE
    Perdi 2 PV.

    Prima che potesse trovare una spiegazione circa il cosa o il come, una voce lo avrebbe raggiunto da un punto del tutto ignoto, seguita da un profondo silenzio.

    ???: "Benvenuta, ti aspettavamo."

    Poi.

    ???: "Prego.. da questa parte."

    Poteva essere chiaro a Dabi di chi fosse la voce, e che non stesse parlando con lui; impossibile capire invece da dove venisse, ma per il momento non c'era altro da udire. Nessuna risposta.
    Per qualche decina di secondi il ragazzo poteva riassestarsi e prendere coscienza di quanto appena accaduto.
    Dopodiché, qualunque il suo stato, avrebbe percepito lo sprigionarsi di una grossa quantità d'aura, così l'avrebbe definita nell'esperienza di quel contesto. Specialmente se avesse conservato lo Zetsu, individuarne la posizione non sarebbe stato difficile: nord-ovest. Il giovane aveva già un'idea sul dove andare e non.
    Continuando la ricerca, entro un minuto la precedente dimostrazione d'energia sarebbe stata sostituita con una molto più decisa: più d'una volta il nostro era stato colpito da quell'aura, anche il suo corpo ne conservava il ricordo. In questa circostanza il potere ne era chiaramente amplificato; la causa rimaneva ipotetica, ma qualcosa traspariva occasionalmente.

    ???: "Giudica con Giustizia, o Regina.
    Il sacrificio è la chiave per la redenzione.


    Ti offro..
    "

    A Dabi non restava che proseguire, tentando di raggiungere l'obiettivo superando il subdolo ostacolo che di districava nel bosco. La trascurabile ritirata della fauna minore poteva attribuirsi alla comparsa di quel Nen minaccioso, al cattivo presagio che circondava il bosco oppure al fatto che stava per mettersi a piovere.
     
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    AGI: 34/34
    RIF: 20/20
    PV: 30/35
    PE: 32/45
    PA: 75/100.

    Nen:
    Statistiche Fisiche in Ten e Livelli Hatsu:

    FOR: 104/104
    COS: 27/45
    AGI: 72/72
    RIF: 20/20
    PV: 25/35
    PE: 27 /45
    PA: 55/100

    Coefficiente Hatsu (CH): 2.12
    Livello Ren: 1 (Consumo PA per turno: 89)

    Limitatori: LP (27+104)*5 = 655 - LV (72+20)*5 = 460

    Equip:
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    Slot Capo: Una maschera strana fatta d'ossa di demone, o così disse il proprietario alla vendita, estremamente resistente e con un segno particolare sull'altezza della fronte.
    Sulla maschera si dice vi sia una maledizione che porti alla morte chi la indossa.- +12PE - [120.000 Jeny; Slot Capo]
    Slot Busto: Giubbotto antiproiettile e anti taglio nero con una forma simile ad un panciotto, copre il busto per intero ambi i lati, di pancia e di schiena.
    Lascia scoperti sotto le spalle e il collo. Si camuffa bene alla vista come un abito comune, al tatto invece, è possibile sentire le placche di materiale ferroso a protezione degli organi. - +6 COS; +2PV - [120.000 Jeny; Slot Busto]
    Slot Vita: Cintura portaoggetti in pelle nera [+3 Slot Oggetto]
    Slot Arma: Guanti del destino - due guanti metallici che creano spostamenti d'aria e onde d'urto [Slot Arma] (+20 FOR; +15 AGI) (350.000)

    Oggetti:
    Ottieni 1 Pennino e 1 boccetta d'inchiostro nero (10 utilizzi).
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    Le monache aveva dato un parziale responso positivo sulle parole di Anton quindi, per avere una certezza, mi recai immediatamente da Deva per affidargli un ulteriore ricerca da fare oltre a quella che si era auto-incaricata a tavola. Ero molto fiducioso in un esito positivo anche perché sembrava parecchio determinata e non mi sarei aspettato da meno dalla futura madre superiora. Non disse una parola tanto era concentrata. Impressionante.

    Al laboratorio invece dopo aver ricavato informazioni secondarie e aver comprato il necessario per appuntarmele tagliai corto con il proprietario avendo anche altro da fare. Avevo confuso l'erborista con il ragazzini del lanificio, ma poi mi resi conto con le parole del tizio. Un lapsus non da poco. Le informazioni però non erano proprio chiarissime anche perché non ero un esperto in quelle materie... Non che fossi "esperto" di qualsiasi cosa presente tra i banchi di scuola..

    "Mi sono confuso io."



    Pensieroso mi avviai verso l'erborista, ma una volta arrivato lì, non si mosse una foglia.
    Nulla e non restava altro da fare se non andare in direzione del bosco.

    Una volta arrivato ai margini della vegetazione, ancora una volta, non vi era nessuno. Non c'erano, almeno evidenti, tracce di Sophia. Aspettai un po' l'arrivo della monaca pensando che non fosse ancora arrivata e con il passare dei minuti senza nessun avvistamento il ragionamento più ovvio da fare era che non mi avesse aspettato e si fosse inoltrata oppure anche peggio. Se avessero preso la monaca, io che avrei mai potuto fare? Inoltrarmi nel bosco poteva essere fottutamente rischioso, ma non sono mai stato uno molto attento alla salute e poi, una volta, sono già morto. Con il calare del sole inoltrarmi nella flora che mi ritrovavo davanti non era facile, non si vedeva un tubo e volendo essere silenzioso era dannatamente complicato non beccare ramoscelli secchi e fogliame. I sensi erano abbastanza affinati grazie anche ad esperienze passate, come quella nel canyon di qualche anno prima, grazie al zetsu e un'accortezza quasi maniacale nel fare attenzione ero abbastanza certo che non vi fossero altre persone nei paraggi e la cosa mi rassicurava un minimo. Tra le fronde degli alberi cominciava a filtrare la luce lunare e non era un male per la mia avanzata.

    "!?!? "



    Ad un certo punto, non sapendo dove fossi di preciso, cominciai a percepire una strana sensazione che mi stordì. Come se il mio corpo si fosse mosso in modo involontario saltai all'indietro, tenendomi comunque basso. Forse ero entrato in contatto con qualcosa e quella cosa non era di certo benevola.

    CITAZIONE
    -2 PV

    Una fitta sia alla testa che allo stomaco per un motivo del tutto sconosciuto mi costrinse a riprendere fiato. La la cosa che più mi preoccupava era la voce che avevo cominciato a sentire, lontana nel cuore del bosco che non interloquiva di certo con me. Si riferiva ad una persona femminile e non mi veniva in mentre altri al di fuori di Sophia in quell'occasione e ad confermare il mio sospetto fu poi il percepire di quell'aura familiare. La voce invece sembrava quella del mago, o così pensavo venisse chiamato, visto l'uso di trucchi come la boccetta fumogena. Mi rodeva ancora che fosse scappato.

    "Quel nanerottolo pezzo di merda...
    Quindi è a nord-ovest, uhuh? Quella sensazione ora che era? La potenza dell'aura di Sophia che si espandeva o quella famosa barriera? Giusto! Sono un idiota! Lei aveva pensato che quello strano messaggio in codice potesse essere per potersi muovere ed evitare la barriera... "



    Mi grattai la testa.

    "Mi conviene tornare al sentiero e cercare eventuali tracce per seguire poi lo schema, ma è meglio affrettarsi, non vorrei che la madre si allontani troppo o va a finire che non la trovo più. "



    Scattai tenendo d'occhio ciò che mi circondava, se avessi trovato qualche "x" sulla corteccia di un albero avrei fatto già dei passi avanti, ma fosse stata così palese la pista mi sarebbe sembrato parecchio strano. Dopotutto non sono così furbo. Meglio affidarsi anche un po' alla fortuna, come sempre. Non mi sarei avvicinato troppo a Sophia, avrei preferito rimanere nell'ombra e agire solo se davvero fosse stato necessario.

    "Sarebbe comodo poter usare il ten e lo zetsu insieme..."



    Per mia sfortuna nessuna ancora mi aveva spiegato dell'esistenza dell'In.
     
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    ???: "... mia sorella."

    All'interno del bosco, Dabi era riuscito ad identificare la direzione da prendere per ricongiungersi con la donna. Evitando di attanagliarsi sul significato delle parole di quella voce dall'identità conosciuta ma dalla provenienza ignota, aveva finalmente capito l'origine del suo senso di disorientamento. Gli effetti sul suo corpo non gli avevano prodotto di certo una sensazione piacevole, ma pian piano il ragazzo ci avrebbe capito qualcosa in più. Forse non nella maniera che si sarebbe aspettato, né in quella più efficiente.
    Tornando sui suoi passi, mentre dal cielo le prime gocce cadevano decise, cercava di fare due più due: per evitare la barriera avrebbe dovuto seguire l'indizio, ma non poteva impiegare troppo tempo nel raggiungere la donna, chissà quali cose sarebbero potute accadere nel frattempo.
    Come malauguratamente previsto, cercare delle croci incise sugli alberi non lo avrebbe portato lontano. In assenza di un piano stabilito, il giovane avrebbe fatto affidamento sulla sua solita faccia tosta, in barba alle conseguenze. Forse il ragazzo aveva intuito che la minaccia della barriera sarebbe potuta essere mitigata dal suo Ten, ciò nonostante non avrebbe facilmente rinunciato alla concentrazione ed al recupero che lo Zetsu offrivano.
    Camminando, incerto ancora sui dettagli, sarebbe presto venuto a trovarsi in una circostanza simile a quella di poc'anzi: "urtando qualcosa", Dabi aveva nuovamente smarrito la concentrazione, riprovando invece dolori analoghi a quelli precedenti e non solo.
    CITAZIONE
    Perdi 1 PV.

    ?: "..meno di cinquanta passi.. hai vinto tu.."

    ?: "..eheh.. non credo abbia capito il senso della mappa."

    Continuando, la situazione si sarebbe ripetuta ancora.
    CITAZIONE
    Perdi 1 PV.

    ?: "Sbam, di nuovo. Però non sta andando così male dai."

    ?: "Non è proprio una scheggia diciamo. Sicuro che non vuoi scommettere su quando si farà accoppare? Eh eh."
    //Puoi scegliere di spendere 1 PV ogni riga del dialogo rimanendo in Zetsu e recuperando tutti i PA.
    Puoi scegliere progressivamente per ogni riga del dialogo in qualsiasi momento, anche in off.
    Passando a Ten o Ren cessano il dialogo, la perdita di PV e il recupero di PA.


    "Ma smettila dai, è in buona compagnia."
    "Si beh non male eh.. Non abbiamo ancora confermato che sia lei o meno comunque."
    "Quanta fretta.. eccolo che ci ridà. Ma secondo te è davvero così scemo?"
    "Forse ci fa, eh eh. Si sta comportando in maniera un po' strana in effetti non ti pare? Prova a dire qualcosa."
    "Ehi! Devi seguire le ICS, diamine, ma hai guardato la mappa al contrario. Avanti così.. NO, sinistra ora."
    "Fai prima a guidarlo a questo punto. Praticamente hai inventato un videogioco anche tu, eh eh."
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    Spesa: 5 PV.

    Quella bizzarra condizione gli avrebbe dato da pensare per un po': finalmente riusciva a recepire le voci dei suoi mandatari in qualche modo nella sua psiche. Farlo aveva però un costo e presto Dabi si sarebbe reso conto pienamente dell'utilizzo della mappa e di come evitare la barriera per raggiungere il suo obiettivo. La natura di quel potere rimaneva però sconosciuta.
    Intricandosi ulteriormente, avrebbe individuato dei segni di violenza nella vegetazione: piante sradicate e ridotte a brandelli, zolle di terra in disordine, ora fanghiglia a causa del climax temporalesco. Avanzando avrebbe rinvenuto delle carcasse sporche.
    Osservando la scena da un particolare angolo, il riflesso della luna avrebbe rivelato la lucente superficie del liquido vitale ancora fresco che impregnava il suolo sul quale era stato versato. Indugiando, Nicolas sarebbe forse riuscito a dare loro delle identità.
    La prima sagoma era costituita da un corpo piuttosto minuto, avvolta da un grigio mantello intriso del suo stesso sangue. Parte del torace sembrava esplosa a seguito di un potente colpo. Poco distante, un piccolo oggetto dalla forma tondeggiante pareva incartato da delle trecce color del rame.
    Ad un centinaio di metri ancora più avanti, Dabi percepiva, non troppo definita, l'aura di Sophia oppure un residuo di essa. Sembrava ferma; seppur il cielo fosse sulla via dello schiarimento, la foresta s'era fatta più fitta e il riflesso lunare trapassava ancor meno.
    Ora che aveva più o meno capito il trucco, raggiungerla sarebbe stato facile: salvo intoppi, il giovane si sarebbe trovato di lì a poco alle spalle della madre superiora. Poco dopo si sarebbe accorto del motivo per cui la donna non s'era voltata. Non erano soli: di fronte a lei, una figura pareva averle bloccato il passaggio.

    Eremita: "Buonasera."

    Sophia: "..."

    Eremita: "Il mago è morto quindi.. Oh no, questo a me non cambia nulla.
    Vorrei solo che vi convinceste a tornare sui vostri passi.
    "

    Sophia: "È una minaccia?"

    A differenza di quello precedente, questo dialogo sembrava già acceso, specie da Sophia che, sorpresa dell'incontro e reduce anche dell'episodio appena vissuto, puntava persino a mettere Dabi in allarme, più che altro esortandolo a tenere alta la guardia ma senza dare spiegazioni.

    Eremita: "Un augurio semmai."

    La madre superiora sembrava pronta a tutto, mentre l'uomo seppure apparentemente rilassato, non aveva intenzione di farli proseguire, presentandosi riluttante allo scontro.
    Portava con sé un oggetto infagottato dalla figura familiare.

    Edited by Aiwass - 4/11/2021, 21:15
     
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    PV: 21/35
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    PA: 75/100.

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    FOR: 104/104
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    Sulla maschera si dice vi sia una maledizione che porti alla morte chi la indossa.- +12PE - [120.000 Jeny; Slot Capo]
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    Lascia scoperti sotto le spalle e il collo. Si camuffa bene alla vista come un abito comune, al tatto invece, è possibile sentire le placche di materiale ferroso a protezione degli organi. - +6 COS; +2PV - [120.000 Jeny; Slot Busto]
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    "Mica sto a capì cosa sta dicendo sto tizio, offre la sorella?
    Sta anche cominciando a piovere.."



    Tornando indietro e esaminando i dintorni non avevo trovato nulla di visibile.
    Quindi il trucco stava in altro ma non ero di certo bravo in queste cose. Per capire come funzionasse testai la barriera letteralmente sulla mia pelle restando in zetsu e prendendo altro danno, sentendo altro dolore, come quello precedente. Non era per nulla piacevole e come dice il detto, ironicamente anche in questo caso, non tutti mali vengono per nuocere...

    CITAZIONE
    -1PV

    Una voce, poi due, mi fermai di scatto.
    Mi guardai intorno, ma non c'era nessuno, ma quelle voci mi sembrava di conoscerle.

    "..meno di cinquanta passi.. hai vinto tu.."

    "..eheh.. non credo abbia capito il senso della mappa."



    Rimanendo in zetsu a quanto pare si creava una sorta di connessione con l'universo da cui provenivo. Come se il ten mi schermasse dal contatto con quelli fuori? Che situazione misteriosa. Anche se li sentivo parlare non ero proprio

    "Sbam, di nuovo. Però non sta andando così male dai."

    "Non è proprio una scheggia diciamo. Sicuro che non vuoi scommettere su quando si farà accoppare? Eh eh."



    Stetti li fermo a soffrire ma per il bene della scienza.

    "Ma smettila dai, è in buona compagnia."

    "Si beh non male eh.. Non abbiamo ancora confermato che sia lei o meno comunque."

    "Quanta fretta.. eccolo che ci ridà. Ma secondo te è davvero così scemo?"

    "Forse ci fa, eh eh. Si sta comportando in maniera un po' strana in effetti non ti pare? Prova a dire qualcosa."

    "Ehi! Devi seguire le ICS, diamine, ma hai guardato la mappa al contrario. Avanti così.. NO, sinistra ora."

    "Fai prima a guidarlo a questo punto. Praticamente hai inventato un videogioco anche tu, eh eh."



    Al "è davvero così scemo" alzai lo sguardo al cielo guardando male le fronde degli alberi e il cielo nero. Continuai poi imperterrito per la mia strada sbagliando di continuo e lì gli spettatori, o almeno uno dei due, cercò di guidarmi. Non era facile seguire perché sembrava che arrivassero con un po' di ritardo. All'esclamazione della mappa girata al contrario allargai le braccia come a dire "e vallo a sapere" poi seguii le indicazioni, allo stop mi fermai di colpo, poi sentii a sinistra ma per un attimo stavo per girare a destra poi correggendomi voltai nella direzione giusta. Avere quei due nei pensieri però non aiutava, non riuscivo a concentrarmi sulla zona circostante quindi come a rivolgermi di nuovo a loro guardando in alto cercai di far intendere con l'uso dei gesti "zitti, devo sentire, mi state facendo venire un mal di testa e ci sentiamo dopo... se non crepo."

    CITAZIONE
    -5PV

    Passai al ten.

    "Si però come fanno a capire la barriera da fuori che io sto qui e non la capisco...
    Sarò scemo davvero io allora."



    Almeno avevo imparato dai miei errori.
    La prosecuzione della ricerca di Sophia sembrava andare sulla giusta strada ed era il mio istinto a dirmelo?
    No, una schiera di cadaveri e uno in particolare. Se io mi sentivo uno con dei cazzotti forti, beh...

    "Non ho sentito uno scoppio, quindi per forza con il corpo gli ha fatto... questo...
    Che schifo, puzza... Pezzo di merda, però volevo prendere la mia rivincita.
    Sarà per un'altra volta."



    Notai anche altre cose, ma soprattutto una, molto strana. Sembrava un qualcosa di sferico avvolto nel rame?
    Lo guardai incuriosito, ma non avevo tempo da perdere, se non l'avessi dimenticato e se ne fossimo usciti vivi l'avrei recuperato al ritorno se non se lo fosse preso qualche roditore o l'acqua della pioggia. Chi lo sa.

    "E' vicina."



    Sentivo l'aura della monaca.
    Avendo capito più o meno come muovermi non fu difficile raggiungere Sophia.
    Non essendo nello stato di zetsu sicuramente aveva percepito il mio arrivo, ma sembrò non volermi accogliere per un buon motivo e questo era il simpaticone dell'eremita. Con estrema sicurezza avviava un dialogo con la madre superiora senza degnare un segno di dispiacere per il mago, anzi strafottendosene altamente.

    "Beh, non mi aspettavo di passare inosservato, ma con lo zetsu sento male ovunque...
    Cos'è? Dinamite? Quella che hai rubato alla stazione è dinamite?? Non mi viene altro che potrebbe essere utile ad uno scontro da prendere in un cantiere e non credo che un cacciavite faccia così preoccupare lei."



    "E ora che si fa?"


    "Visto che lei non è tanto propensa al dialogo, te lo richiedo, che state facendo?
    Le persone scomparse sono opera vostra? Sono già morte? "



    Non ero di certo in condizioni per combattere l'Eremita da solo, ma forse ero abbastanza da essere un supporto e non un ostacolo per Sophia. Se lei fosse partita avrei cercato di limitare l'uomo piazzandomi nel suo angolo cieco così da tenerlo sempre sulle spine anche solo facendo partire il Ren per pochi istanti così che pensasse ad un attacco al solo percepire l'aura.
    Non sono un genio ma a menare le mani qualcosa so fare. I tizi nel pensiero avevano anche loro pensato che forse la madre è la persona che cerco, quindi mi conviene farla rimanere in vita, poi se veramente è immortale sticazzi lo scoprirò a tempo debito.
     
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    Cozzando, per così dire, ripetutamente contro la famosa barriera, Dabi origliava i commenti che il duo della Sfera si scambiava, andando a danneggiare consapevolmente la sua salute alla ricerca di indizi utili o di una maniera efficace di comunicare, ahimé impossibile ora.
    Il dialogo tra Bragi e l'altro riguardava scommesse sull'incolumità del soggetto, dritte sull'utilizzo della mappa, stato della ricerca sulla donna misteriosa e poc'altro, senza contare che per la prima volta lo manteneva in contatto con la sua realtà. Quanto tempo era passato dal suo accesso nel Programma? Forse il ragazzo era riuscito addirittura a trasmettere la corretta ricezione delle voci per via dei suoi gesti, ma la priorità al momento era raggiungere Sophia rimandando tutto il resto. Di fronte a lei, l'Eremita sbarrava il passaggio.

    Eremita: "Buonasera."

    Sempre sfrontato, incurante di una qualsiasi proporzione potesse esserci fra livelli di influenza e diritto di parola, anche Dabi si rivolgeva all'Eremita supportando la voce di Sophia con la sua nel chiedergli del contenuto del bottino e conseguentemente le sue intenzioni.

    Eremita: "Ma com'è possibile che nessuna delle cose che hai detto ha senso?! Non so nemmeno da dove cominciare..
    Immagino tu ti riferisca a questo.
    "

    Scuotendo a terra l'oggetto coperto, questo emetteva delle debole scampanate: era il suono di metallo che urtava.

    Eremita: "È la chiave.. ma non è importante che lo sappiate ora.
    E ripeto, non ho rubato nulla. Questa è roba mia e non vi riguarda. Oppure siete voi a volerla rubare?
    "

    La schiettezza dell'uomo non aiutava a placare l'animo della madre superiora che per poco non sembrava volersi mettere a ringhiare, ma che intendeva? L'aura della donna fumava minacciosa ma le sue parole ponevano sotto un'altra luce la domanda di Dabi, pericolosa ma fondamentale.

    Madre superiora: "Che avete fatto alle ragazze?"

    Eremita: "Ah.. troppe domande. Ehi ragazzo, l'altra volta non hai risposto quasi a nessuna delle mie, ti pare corretto?!
    Comunque.. per la maggior parte sono state sacrificate alla Morte. Una decisione discutibile indubbiamen..te.
    "

    Nel mentre che l'uomo terminava la sua parziale risposta, nuovamente l'energia di Sophia veniva sprigionata con violenza, dapprima in tutte le direzioni; prima che Dabi potesse avere il tempo di reagire, una mano di lei puntava verso il collo dell'eremita, bloccata all'ultimo dalla mano di lui. Tale era il ritmo del combattimento, e tutti ne erano ora a conoscenza. Il giovane era cosciente del fatto che avrebbe potuto reagire circa una o due volte a quella velocità.
    Ritraendosi da quello che, al di là dello scatto di furia, in sostanza era un test, le figure tornavano ad una posizione simile a quella di partenza.

    Eremita: "Comprendo il dissenso. Ma stanotte le cose stanno così: voi non passerete. Tornate un'altra volta."

    Come se potesse essere una spiegazione sufficiente per Sophia, specie dopo aver ricevuto una rivelazione a quel modo.

    Madre superiora: "Certo, così potete fare altre vittime intanto; credo che ti spedirò all'inferno seduta stante invece."

    Eremita: "Sei un degno avversario donna di chiesa. Provaci allora."

    Dabi sarebbe stato pronto all'azione, comprendendo il tempismo con cui muoversi se avesse voluto sostenere l'offensiva.
    Studiando guardingo la situazione e i corpi dei presenti, l'Eremita si accorgeva ora che c'era qualcosa di strano.

    Madre superiora: "Non percepisco menzogne nelle sue parole.."

    D'altra parte l'obiettivo di lui era però più semplice. Continuando la messa in atto della suo ruolo, l'uomo assumeva una posizione difensiva: non sembrava ancora intenzionato a passare all'attacco né ad usare l'oggetto che interessava Dabi, ma solo a perpetrare la difesa del passaggio che nello specifico era una specie di angusto portale di rami e fogliame: nonostante fosse fisicamente raggirabile, il resto del perimetro era sostenuto dalla barriera nonché dal raggio d'azione dell'uomo, sconosciuto ma di cui questi non sembrava preoccuparsi.
    Senza curarsi di un plausibile, e probabilmente inutile, effetto sorpresa, la donna assumeva una posa d'attacco. Il suo Ren assassino era evidente a chiunque: per quanto adesso l'Eremita non volesse ucciderli, perché non approfittarne per eliminare subito il nemico?!
    E così, di nuovo all'attacco.


    //mo regolamento e post per me, ci becchiamo pe pasqua :v
     
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    FOR: 104/104
    COS: 27/45
    AGI: 72/72
    RIF: 20/20


    Coefficiente Hatsu (CH): 2.12
    Livello Ren: 1 (Consumo PA per turno: 89)

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    Slot Capo: Una maschera strana fatta d'ossa di demone, o così disse il proprietario alla vendita, estremamente resistente e con un segno particolare sull'altezza della fronte.
    Sulla maschera si dice vi sia una maledizione che porti alla morte chi la indossa.- +12PE - [120.000 Jeny; Slot Capo]
    Slot Busto: Giubbotto antiproiettile e anti taglio nero con una forma simile ad un panciotto, copre il busto per intero ambi i lati, di pancia e di schiena.
    Lascia scoperti sotto le spalle e il collo. Si camuffa bene alla vista come un abito comune, al tatto invece, è possibile sentire le placche di materiale ferroso a protezione degli organi. - +6 COS; +2PV - [120.000 Jeny; Slot Busto]
    Slot Vita: Cintura portaoggetti in pelle nera [+3 Slot Oggetto]
    Slot Arma: Guanti del destino - due guanti metallici che creano spostamenti d'aria e onde d'urto [Slot Arma] (+20 FOR; +15 AGI) (350.000)

    Oggetti:
    Ottieni 1 Pennino e 1 boccetta d'inchiostro nero (10 utilizzi).
    CITAZIONE
    // mApPaAaAaAaAa XD

    Altro:
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    Scalare: 8.500 Jeny.
    Momentanee: 44 LA, 33 LN e 99 SR



    "Ma com'è possibile che nessuna delle cose che hai detto ha senso?! Non so nemmeno da dove cominciare..
    Immagino tu ti riferisca a questo."


    "Ah? Allora che cazzo ha preso da lì?
    Una? Una campanella? Ma?!?!"



    Guardai attonito Sophia.

    "È la chiave.. ma non è importante che lo sappiate ora.
    E ripeto, non ho rubato nulla. Questa è roba mia e non vi riguarda. Oppure siete voi a volerla rubare?"


    "Chiave?"

    "A che può aprire un campanellaccio?!"



    All'insinuazione dell'uomo non risposi, o per meglio dire, non sapevo cosa rispondere.
    Prendere quella cosa? Beh, se potesse essere utile allo scopo sicuramente, ma a che scopo? Cosa si celava dietro a tutto ciò?
    Che mistero. Un gruppo di persone che rapisce, uccide e sta costruendo qualcosa. Non mi aspettavo nulla di buono e nulla di piccolo. Qualunque cosa stavano facendo avrebbe cambiato radicalmente quel posto, anche se non ero tanto sicuro fosse poi tanto reale. Quello era un altro grosso dubbio, dove sono adesso, è un mondo vero o fittizio? Quant'è grande la linea di differenza tra realtà e finzione? Non ero capace di vederla ancora.

    Il carattere di Sophia non poteva aiutare nessuno in quella situazione e forse, aver riportato a galla quella questione delicate delle persone scomparse, non aveva aiutato.

    "Ah.. troppe domande. Ehi ragazzo, l'altra volta non hai risposto quasi a nessuna delle mie, ti pare corretto?!
    Comunque.. per la maggior parte sono state sacrificate alla Morte. Una decisione discutibile indubbiamen..."



    Non fui capace nemmeno di formulare il pensiero tanto veloce fu l'azione dei due. Sophia in un impeto di rabbia scattò in avanti per tentare di afferrare l'Eremita per la gola ma questo l'aveva intercettata per poi vedere la monaca tornare indietro nella sua posizione iniziale. Forse sarei riuscito ad intervenire anche io se pronto o se solo... Non mossi un dito. Deglutire la saliva è l'unica cosa che feci.

    "te.
    Comprendo il dissenso. Ma stanotte le cose stanno così: voi non passerete. Tornate un'altra volta."



    I due mostri si scambiarono altre parole d'affetto prima di iniziare lo scontro e la madre abbassando i toni riferì anche a me un messaggio. Nella mia testa scattò un pensiero automatico.

    "No buono.
    Non è proprio un buon segno.
    Se solo avessi avuto tempo per esercitarmi con la mia corrente nen.
    Qualcosa non mi convince... E' veramente senza peccato?
    Possibile che lei non riesca a piazzare il suo potere su di lui?
    E' questo che intendeva sul fatto che non mentisse?
    Non ha rubato, era veramente suo, quindi...
    Dobbiamo trovare un peccato e sperando sia abbastanza grave!"



    Lei stava per partire e io cosa potevo fare?
    Attaccare a corto raggio probabilmente avrebbe solo intralciato un combattimento in cui non avrei potuto far nulla.
    Mi calai quindi verso il terreno prendendo un sasso grande quanto il palmo della mia mano.

    "Proviamo a prendere questa chiave!"



    Accennai un sorriso guardando l'Eremita.

    Se fossi riuscito ad allontanare l'oggetto da lui avrei provato a recuperarlo e avrei finalmente visto cosa cazzo fosse.
    Avrei usato il Ren per scattare per andare a recuperare la fantomatica chiave sperando Sophia fosse in grado di tenerlo a bada.
    Avrei poi guardato la sua reazione. Speravo di non colpirlo troppo direttamente l'oggetto con la pietra poiché non sapevo cosa fosse di preciso, ma nel caso l'avessi colpito sicuramente si sarebbe allontanato abbastanza dallo stronzo. Nel caso non ci fossi riuscito perché lui avrebbe fatto qualche cosa per evitarlo il sasso successivo avrebbe mirato a lui.

    CITAZIONE
    Lancio del sasso.
    Pot(f)= 104F + 27C + 39T= 170
    Vel(f)= 72+39= 111
    Ten.
    -3PE
     
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    Proprio come dedotto, sfortunatamente il forte del potere hatsu di Sophia non era applicabile alla situazione ed ora l'Eremita figurava come un personaggio ancor più contradditorio: persino lui stesso aveva ammesso che buona parte delle vittime aveva già fatto una finaccia.. allora che altro peccato valeva la pena di trovare? D'altronde però, come l'uomo stesso aveva affermato in precedenza, almeno quindi a suo dire, egli non cercava altro che la Verità. Non era forse questo uno scopo abbastanza nobile?! Difficile Giudizio.
    Fatto sta che la donna, senza lasciar trapelare al nemico informazioni vitali sul suo potere, ovvero alcuna, si incontrava in una situazione di imprevisto svantaggio dato che non sembreva poter limitare lo stato dell'uomo come sperabile: a prova di questo non l'aveva ancora fatto, ergo non sarebbe stata in grado di sfruttare tutto il suo potenziale fino a che non avesse rispettato la sua condizione.
    Dal canto suo, anche la mente dell'Eremita nascondeva delle considerazioni sullo svolgimento dell'incontro: poteva essere che l'uomo avesse fiutato il pericolo di una tecnica particolarmente insidiosa, e se fosse stato effettivamente così avrebbe dovuto continuare a ragionare su come prevenirla. Anche per questo motivo, gli obiettivi che i due contendenti dovevano raggiungere per conquistare la vittoria dovevano restare nascosti il più possibile.
    Dabi era uno piuttosto schietto, ma in qualche forma il pensiero si era formulato anche nella sua mente: il suo pronunciare molte domande o sentenze poteva contribuire in maniera positiva oppure mettere ancor di più in allerta l'avversario col mantello più chiaro. Come il ragazzo aveva o avrebbe imparato, maggiore è la difficoltà di uno scontro, e più i dettagli e le sfumature che lo caratterizzano sono piccoli e allo stesso tempo determinanti. "Maggiore l'altezza del campanile, maggiori i danni quando si viene buttati di sotto, specialmente al braccio", o qualcosa del genere.

    Dabi: "Chiave?"

    Ma di cosa.
    Comunque, sia la destrezza di Sophia che quella dell'Eremita nell'uso del Nen erano su livello difficile da distinguere, pertanto non era possibile, almeno per lui, stabilire chi fosse il favorito assoluto; come accennato però una sfumatura poteva fare tutta la differenza.
    Una piccola grande differenza era ciò che Dabi aveva cercato di creare col suo lancio al bersaglio: grazie ad un sasso raccolto da terra, il giovane aveva preso la rincorsa con un balzo, poi scagliato la pietra verso l'oggetto misterioso. Forse separarlo dall'uomo avrebbe spostato l'ago della bilancia in loro favore; qualunque cosa fosse, l'Eremita ci aveva investito tempo e cura, quindi valeva la pena tentare almeno.
    Con o senza il suo intervento, la madre superiora del monastero di Oroka City, cui giudizio in questo caso sfociava almeno parzialmente nella rappresentanza dei cittadini, assumendone le difese in quanto presunta punta di diamante e se vogliamo "autorità competente e responsabile seppur indiretta", era di nuovo passata all'offesa. Già da quando il suo aiutante aveva iniziato a caricare il colpo, Sophia s'era portata a distanza ravvicinata rispetto al nemico. Nonostante la natura del suo potere, oppure proprio ai fini di complementarlo in vista di situazioni più o meno svantaggiose, la donna si mostrava piuttosto confidente nel combattimento corpo a corpo. Riluttante sia all'utilizzo che alla separazione dall'oggetto, l'Eremita rispondeva alla rapida successione di colpi parando, schivando o contrastando il corpo della donna che si muoveva in un moto fluido ma deciso, perdendo parte del fiato e del terreno che controllava. I rapidi e molteplici spostamenti d'aura avrebbero quasi stupito il giovane, se solo fosse stato in grado di percepirli con distinzione. Impegnato com'era nella sua missione, a stento si sarebbe accorto dei suoi stessi miglioramenti, spinti dalle necessità della circostanza.
    Con propulsione a base di Ren, il sasso veniva schiantato in direzione dell'oggetto che poggiava inerme al suolo, a poco più di un metro a sinistra rispetto al nemico che era alle prese con l'attacco sfiancante di Sophia, la quale aveva ora una scelta: sommare tutta la sua offensiva sullo stesso punto in modo da sottrarre con violenza l'oggetto, oppure infliggere un altro colpo all'Eremita, cercando di assicurarsi che uno dei due attacchi andasse a segno. La donna non mostrava esitazione: girando su se stessa, stava caricando un calcio che dall'alto avrebbe colpito la testa dell'uomo. All'apice dell'arco che la sua gamba descriveva nell'aria, quando ormai il sasso di Dabi si trovava in rotta di collisione con il fagotto, come spada di damocle il piede destro di Sophia pendeva gravemente minaccioso, eclissando il resto. Si può dire che il ragazzo si fosse quasi abituato all'aura della donna, ma non aveva ancora visto il suo Ko: nonostante il risultato, forse assistere a quello scambio l'avrebbe aiutato in futuro a distinguere meglio le tecniche avanzate del Nen.

    *Clang*

    Dabi non avrebbe saputo distinguere con certezza che cosa fosse andato storto, o meglio per quale motivo l'Eremita si fosse nuovamente precipitato sull'oggetto bruciando quel metro di distanza, se fosse a causa del suo lancio oppure del colpo di Sophia, o se addirittura conscio di entrambi avesse optato per salvare capre e cavoli. Fatto sta che con uno scatto fulmineo s'era chinato recuperando il fagotto per poi interporlo velocissimo nella direzione opposta, sopra di lui, sfruttando la rotazione come ulteriore slancio: in pratica era un fendente molto angolato, dove una delle mani reggeva l'estremità afferrata e l'altra sosteneva la difesa verso metà della lunghezza. Strana come parata, ma piuttosto precisa vista la fretta.
    In risposta, l'oggetto aveva affermato l'urto con un altro suono metallico, stavolta molto ampio.

    Madre superiora: "Alla Morte? Che senso ha.. che razza di culto è?
    Rispondi, demonio!
    "

    Ora l'uomo era di nuovo a tu per tu con la donna e, seppure avesse in teoria guadagnato una distanza pari alla lunghezza dell'oggetto che brandiva quasi con riservatezza, il contatto precedente l'aveva scosso e, non solo non era riuscito a contrattaccare sfruttando le debolezze che la donna di chiesa aveva conseguentemente spalmato sul resto del corpo, ma non aveva neppure notato che Dabi stava caricando un secondo colpo, più debole del primo poiché doveva fare i conti con le sue riserve.
    Dall'aspetto sempre meno misericordioso, Sophia incalzava costringendo ancora l'uomo ad assumere una posa difensiva, forte (o meno) della sua arma.

    Eremita: "Quanto antagonismo. Eppure non siamo così diversi.. Avete forse dimenticato la vostra violenza?
    Avrete dimenticato di come la chiesa abbia calpestato chiunque si presentasse sulla sua strada, nascondendosi dietro false promesse.. vi siete scordati persino dei vostri fratelli e sorelle che nel corso dei secoli avete tradito al grido di "eretico!", per quelle che qualcuno potrebbe considerare semplici differenze d'opinione. Sfumature col tempo divenute rosso sangue, oggi guerra.
    "

    Con convinzione e disinvoltura, sventolava l'oggetto certamente carico di Shu, roteandolo e passandoselo fra le mani a seconda della provenienza dei colpi, recuperando progressivamente lo spazio perduto. Il suo stile di combattimento risultava ancora quasi giocoso in confronto a quello della donna che non emanava alcun cenno di relax. Almeno finché Dabi non avesse scagliato anche il secondo sasso, che ora procedeva verso la sua persona.
    Finalmente il ragazzo avrebbe avuto modo di gioire: non perché il suo colpo fosse andato a segno, no. Ma perché l'Eremita, fiutato il pericolo all'ultimo, aveva dovuto usare una mano per fermarlo: di conseguenza l'altra non era disponibile a difendere il potentissimo dritto che la donna gli stava mollando sul muso.
    In conclusione, nonostante lo Shu stavolta la difesa era stata spezzata: il calcio di Ko precedente aveva certamente contribuito ad indebolire lo strumento che era venuto meno, lasciando passare il poco che rimaneva della potenza del pugno.

    *Crash*

    Ultima risorsa, l'uomo aveva preparato la fronte a ricevere il colpo che lo avrebbe fatto indietreggiare due o tre metri, senza atterrarlo ma procurandogli una sbucciatura ben visibile sul volto, mentre pezzi di metallo suonavano ulteriormente al contatto col suolo.
    Abbandonando la coperta che lo conteneva, si precipitava a raccogliere alcuni dei pezzi: per la maggior parte provenivano da un semplice e lungo tubo che consisteva nel manico.
    L'altro grosso "frammento" che componeva l'oggetto consisteva in una grossa lama ricurva, sulla quale la luna si specchiava. Nel complesso, un'arma piuttosto semplice e poco degna di nota, per tutto quel trambusto.

    Eremita: "Ahhhh merda!
    E pensare che è acciaio di prima qualità, con tutto quello che ho speso.. Beh bravi.
    Se vi compiace, confesso che avete ritardato i miei piani. Adesso però levate le tende, altrimenti mi incazzo.
    "

    Forse si stava arrabbiando sul serio, oppure avendo più lavoro da fare doveva sbrigarsela più in fretta e nulla escludeva un bluff, se non un sinistro sentore che andava insinuandosi nelle ossa degli altri presenti. L'attuale Ren dell'uomo non sembrava violento come quello di Sophia, ma certamente più subdolo ed insidioso.
    Con quella che poteva essere ritenuta un'estrema cortesia, per l'ultima volta l'Eremita aspettava un feedback dalla coppia accusante, guardando in faccia anche il ragazzo: dopodiché avrebbe optato per spianare gli ostacoli sul suo cammino con quanta più efficacia possibile.
     
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