Evento Estivo - GRUPPO A

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    Le strategie di Andrew sembravano funzionare abbastanza e Penelope si riteneva soddisfatta del suo utile contributo iniziale.
    Purtroppo il compagno era del tutto preso dalla battaglia e aveva probabilmente dimenticato che lei fosse "a bordo".
    Era già sopravvissuta a stento al primo schianto sul "fondoschiena" della fortezza.
    Lampi di luce e rumore di esplosioni e mitragliate non aiutavano a mantenere equilibrio e concentrazione.
    Quando il castello si voltò, prese a correre verso una parete della cupola e cercò di sfondarla con un balzo, il medico non poté che arrendersi all'evidenza. Se fosse rimasta all'esterno, avrebbe fatto una brutta fine, spiaccicata da qualche parte.

    "Io vado sottocoperta!" urlò, in un involontario rigurgito della sua precedente vita piratesca.
    A tentoni trovò l'accesso per l'interno della fortezza, al cui interno ritrovò una relativa calma, trattandosi in fondo di una qualche dimensione-tasca. Chissà come, riuscì a ripercorrere i suoi labirintici meandri e risalire la scala che portava agli occhi di Andrew, in modo da poter avere una più chiara visione della battaglia in corso. Quando la situazione si fosse assestata, sarebbe tornata all'esterno per dare il suo contributo.

    CITAZIONE
    Penelope Sakura si ripara all'interno del compagno-fortezza, a causa dei suoi movimenti improvvisi.

    OFF // Perdonate il ritardo e il post sbrigativo. Sconterò sulle ricompense...
     
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    Gaji stava per colpire la barriera specchio proprio quando un enorme uomo-castello la sfondò dall'interno.

    Ora il gruppo era nuovamente unito e potevano mettere fine a quello scontro. La ragazza era davvero allo stremo a quanto pare: non sarebbe riuscita a ricreare la barriera e a lanciargli contro nuovi cloni. Decise così di giocarsi il tutto e per tutto richiamando a sé tutti i frammenti.

    Proprio in quel momento però accadde qualcosa di strano.

    Di solito, almeno così avevano capito i nostri eroi, all'attivazione del suo potere seguiva un bagliore da parte dello specchio o comunque dei vari frammenti di esso. Questa volta non fu così, tant'è che lei stessa si stupì della cosa!

    "No, nooo!"

    Si voltò istintivamente verso il palazzo reale: "No, sua maestà la prego, non mi faccia questo! Posso ancora farcela, posso..." - dal palazzo sembrò originarsi un piccolo bagliore - "Ghgh." Un istante dopo il petto della ragazza era squarciato.

    Un enorme foro al centro del petto.

    Nessuno dei presenti poté fare qualcosa, nessuno si accorse di quell'attacco in arrivo. Ma a tutti fu chiaro chi era l'artefice: il Re. Ormai la partita era entrata nella fase finale, tutti e quattro sentirono una strana voce nella loro testa: "Vi sto aspettando, coraggio."

    /OT: attendiamo anche noi l'apertura dell'ultimo topic per lo scontro finale! Se volete fare un giro free potete. Il cadavere della ragazza è posto poco più avanti lungo la via principale. Per terra non notate nulla di strano: potete presumere un colpo di qualche forma di energia./
     
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    Post n. 6 – Sospetti.

    Post successivo: clicca qui.

    Gaji: “Concentrazione massimo e spero che, anche solo con un pugno, la parete possa venire giù”.

    Il barbuto era posizionato davanti alla cupola ormai indebolita dagli attacchi di Milo; era orami pronto a sferrare uno dei suoi micidiali pugni concentrati con il proprio Nen: niente di eccezionale, non voleva sprecare tutte le sue energie, ma forse sarebbe stato sufficiente.

    Gaji: “Se anche non dovesse bastare, questo è solo il primo dei tentativi: ho anche a disposizione la mia ascia; vediamo come va”.

    Taurus non conosceva molte posizioni d’attacco delle arti marziali, ma sapeva come tirare un pugno ben assestato, soprattutto se aveva tutto il tempo per caricarsi. Gli venne, infatti, quasi naturali porsi di fronte alla barriera, portare un piede avanti rispetto all’altro e caricare un bel diretto. Non doveva nemmeno pensare ormai a tutti i passaggi che aveva fatto negli ultimi dieci anni per allenarsi a sviluppare il Nen. Ormai tutto filava liscio: il suo flusso di energia nella mano, la concentrazione estrema, il ribollire del sangue nei suoi muscoli tesi fino allo spasmo, etc. Insomma, era una macchina ormai collaudata che sprigionava in automatico un quantitativo di energia enorme.

    Gaji: “Bene, adesso che sono pronto, mi tocca solo trovare il punto giusto con il Gyo e… aspetta ma cos’è questo rumore”.

    La sua concentrazione era ormai persa, per colpa di un rumore che, dall’altra parte della bolla, sembrava avvicinarsi sempre e a gran velocità verso di lui. Gli venne naturale cominciare ad arretrare, a guardia alzata. Il rumore ormai era sempre più forte. Tese quindi le orecchie per capire meglio:

    Gaji: “Mmm, che strano, mi sembra di aver già sentito questo rumore: paiono cingoli…”.

    Non capiva cosa stesse succedendo, ma da lì a poco tutto sarebbe stato più chiaro. Poco dopo la sua valutaizone, infatti, rumori di diverse esplosioni, sembravano far capolino dall’altra parte. Ormai era chiaro che qualcunque cosa fosse volesse uscire a tutti i costi: beh non ci volle molto.

    Gaji: “Oh Cazzo, vuoi vedere che è…”.

    Non ebbe il tempo di finire la frase che un enorme castello-fortezza ambulante ruppe all’improvviso l’intera barriera con la sua enorme mole. A quanto pare non c’era stato bisogno di andare a cercare i propri compagni: adesso però rischiava di diventare un problema, più che una soluzione.

    Gaji: “Oh, porca...”.

    Fu questione di un attimo, ma il suo istinto, fortunatamente, lo portò in salvo, facendogli schivare appena in tempo il grosso affare che, incurante dello spazio attorno a lui, stava travolgendo tutto e tutti. Dopodiché, passò ignorando apparentemente il povero vichingo che ci aveva quasi lasciato le penne.

    Gaji: “Maledetti frutti di mare con i loro poteri da strapazzo! Coff Coff! Puah!”.

    Diceva il barbuto mentre si rialzava da terra, dove si trovava per colpa del castello ambulante. Rimessosi in piedi, comunque, appena avvistato Andrew non poté che tirare un sospiro di sollievo nel vedere il suo compagno, invece che l’ennesimo nemico.

    Gaji: “Beh, almeno è salvo! Forse riusciremo a breve a ricongiungerci con tutti: sempre che Milo e Penelope stiano bene… Milo… Milo… MILO!”.

    Nella sua mente, non c’era che il suo compagno in quel momento: a che punto era con il combattimento? Se l’era cavata? Aveva subito ferite? Alla fine, lui era scappato come un coniglio da quell’uomo, lasciandolo in balia di due nemici, nonostante questo gli avesse salvato la vita.

    Gaji: “Ehi, un momento, ma che dico. Dopo quello che ho visto mi sto ancora a preoccupare per quell’uomo?! Insomma, quello che ho visto non era umano, o quantomeno non poteva esserlo. Un potere del genere… un’oscurità così tetra e poi quel cambio fisico e di atteggiamento”.

    Il suo volto nel ricordare quegli istanti drammatici si era incrinato molto, cominciando a fargli pulsare le vene e a farlo sudare freddo per la preoccupazione.

    Gaji: “Quell’uomo è pericoloso. Può costituire una minaccia ancor più grossa di tutta questa faccenda del Re. Non so cosa pensare”.

    Eppure, era così che si sentiva: confuso. Confuso soprattutto per quello che era avvenuto da quando aveva conosciuto Milo Lancaster. In quel momento, in cui si sarebbe dovuto ricongiungere al gruppo, stava esitando lì in piedi, come un salame, assalito da mille dubbi che stavano cominciando a tormentarlo. In particolare, lo tormentava quanto avvenuto tra il salvataggio e il successivo attacco di Milo ai nemici.

    Gaji: “Da quando ho conosciuto questi utilizzatori dei frutti, sono sempre stato dubbioso sul loro conto: troppo potere nelle mani di uno solo, non conquistato con la fatica degli allenamenti durati anni, ma semplicemente “ingerendo” del cibo (che da quanto ho sentito dal sapore terribile). Uno non si può rendere conto della cosa: non lo concepisco. Comunque, non è lì il problema”.

    Si disse, mentre osservava tutta la scena attorno a lui: macerie ovunque e nel punto in cui ci sarebbe dovuta essere ancora la battaglia contro i due nemici precedenti, tutto taceva.

    Gaji: “Il problema serio è rappresentato da quelle persone che possono avere un potere troppo grosso da essere controllato.”.

    Gli venne subito in mente il momento di quella sfera nera e oscura creata dal Lancaster e dal suo mutamento poco prima.

    Gaji: “Quello è un potere oscuro, sconfinato, ma cos’è stata quella sensazione?! Possibile che mi sia sbagliato?”.

    Sapeva esattamente a cosa si riferiva: perché la voce, gli occhi e l’atteggiamento di quell’uomo erano cambiati così radicalmente? Forse un effetto collaterale dell’uso di quell’attacco?

    Gaji: “Eppure non posso sbagliarmi: ho sentito chiaramente dei segnali di pericolo, provenire da quell’essere. Nel suo attacco c’era solo odio e il mio istinto mi dice che se mi fossi trovato in mezzo, non avrebbe risparmiato nemmeno me.”.

    Come poteva essere?! Eppure, pochi attimi prima era venuto a salvarlo in mezzo ai leoni! Le solite battute di sempre e poi sembrava tutto risolto, ma quell’attacco…

    Gaji: “Quell’attacco sembrava quasi sferrato da un altra persona… E quella voce poi, da accapponare la pelle”.

    Non poteva credere che la Resistenza nascondesse un potere del genere. Sapeva che doveva essere pericoloso e che probabilmente quello che aveva visto doveva essere solo la punta dell’Iceberg. Possibile che le persone attorno a lui non si fossero accorte di nulla?

    Gaji: “Non l’avevo mai visto in azione… e io che pensavo fosse una mezza calzetta.”

    Fece una risata sguaiata, reggendosi quasi la pancia; con il senno di poi aveva rischiato di morire senza saperlo.

    Gaji: “Questa storia mi puzza, comunque. Possibile che gli altri due stessero così tranquilli pur sapendo la bomba atomica che avevano accanto?! Capisco Andrew che millanta di esserne il fratello (non ho ancora capito se di sangue o meno), ma Penelope?”

    Era sempre più preoccupato: se l’obiettivo era spodestare un “cattivo”, farlo grazie a un “presunto buono/cattivo” non era forse un rischio? Certo, stava dalla loro parte per il momento, ma se ci fosse stata l’occasione?! Che sarebbe successo? Ma soprattutto, se gli fosse girata male, chi avrebbe avuto la forza di fermarlo?

    Gaji: “Forse sarebbe il caso di parlarne con gli altri? Oppure sono tutte mie congetture? Possibile che gli altri ne siano al corrente e non abbiano detto nulla?”

    Forse era meglio rimanere ai fatti: Milo era tornato indietro per lui, a salvarlo, nonostante gli screzi durante i primi momenti del piano, soprattutto per questo gli doveva gratitudine; in più, se quello che aveva visto prima era andato secondo la sua immaginazione, aveva fatto piazza pulita dei nemici, che li stavano mettendo in seria difficoltà. Insomma, non poteva che ringraziarlo.

    Gaji: “Eppure ho questo sospetto forte: l’istinto mi dice che di Milo Lancaster è meglio non fidarsi fino in fondo. Ho bisogno di più informazioni, devo capire se gli altri ne sanno qualcosa: partirò da Penelope che mi sembra quella un po’ più neutrale nei miei confronti rispetto ad Andrew che potrebbe partire prevenuto.”

    Finita la sua lunghissima analisi interna, si decise finalmente a ricongiungersi al compagno Andrew: probabilmente con lui c’era anche Penelope, ma di Milo ancora nessuna traccia.

    Gaji: “Ehi! EHIIII! ANDREW! SONO QUII!!! FAMMI ENTRARE! INCREDIBILE MA E’ BELLO VEDERTI!”

    Gridò in direzione del suo compagno lì vicino. Appena finito di farlo, nell’attesa di una sua risposta, gli balzò all’occhio le condizioni del castello: era palese che avesse combattuto poco prima e se anche sembrava esserla cavata, non doveva essere proprio in ottima forma. D’istinto, i suoi pugni si strinsero: strano, sembrava quasi che gli importasse della salute dei suoi compagni.

    Gaji: “Accidenti che stia scappando da qualcosa? Penelope dov’è?”

    Si girò quindi di scatto verso la direzione da cui era provenuto la fortezza mobile, appena in tempo per vedere una ragazza in piedi a poco distanza da loro, a prima vista stremata dalla fatica: che fosse Penelope?

    Gaji: “No, no può essere, non gli assomiglia nemmeno. Anche se non si capisce con tutta questa polvere.”

    Di lì a poco, però le cose cambiarono velocemente e un urlo agghiacciante gli fece quasi rabbrividire il sangue nelle vene. Era proprio la fanciulla che stava guardando a gridare:

    *: "No, nooo!" .”

    Ella si girò velocemente verso il palazzo reale:

    *: "No, sua maestà la prego, non mi faccia questo! Posso ancora farcela, posso..."

    - dal palazzo sembrò provenire un bagliore piccolo e accecante che si diresse a tutta velocità verso la ragazza –

    *: "Ghgh."

    Un istante dopo il colpo brillante attraversò come burro il petto della ragazza che stramazzò al suolo con un enorme foro nel petto. Subito dopo una voce, calma, cupa e tetra, pronunciò alcune parole al loro indirizzo. Era il Re:

    RE: "Vi sto aspettando, coraggio."

    Il vichingo rimase a bocca aperta: troppi avvenimenti tutti insieme, non sapeva più che pesci pigliare.

    Gaji: “Cazzo, devo riprendermi! Ok, ok, prima di tutto di tutto mi ricongiungo con gli altri poi vediamo.”

    Ciò detto avrebbe rivolto di nuovo lo sguardo ad Andrew, facendogli segno di entrare, una volta dentro e visto che anche Penelope stava bene, avrebbe atteso l’arrivo di Milo per poi ringraziarlo sinceramente dell’aiuto ottenuto. Così gli avrebbe detto:

    Gaji: “Siamo partiti con il piede sbagliato, ti ringrazio per il tuo aiuto, non so se ne sarei uscito illeso altrimenti.”

    Dopo un eventuale stretta di mano, però avrebbe comunque mantenuto una certa distanza con il Lancaster: anche con lui non sapeva che pesci pigliare e comunque avrebbe avuto ancora bisogno di ottenere risposte che era certo, quell’uomo non gli avrebbe dato di sua spontanea volontà. Così, dopo aver chiesto cosa fosse successo al gruppo e raccontato la sua situazione prima dell’arrivo di Milo, li avrebbe anche ragguagliati su quello che aveva potuto vedere dall’alto, trattenendo per sé i dettagli inquietanti del Lancaster. Poi, si sarebbe rivolto a Penelope e ad Andrew chiedendo alla prima assistenza medica per delle “presunte ferite” e al secondo una camera che potesse fungere da infermeria: voleva riuscire a parlare a quattr’occhi con Penelope.

    Gaji: “Perdonami anche te Andrew, adesso che abbiamo questa situazione e siamo alle battute finali, non posso che affidarmi completamente a voi. Però ti chiedo un favore, negli scontri precedenti ho ricevuto una brutta ferita al fianco come puoi vedere, mi servirebbe quindi assistenza medica: preferisco però una stanza adatta se non ti spiace. Penelope se non sbaglio ne sai qualcosa al riguardo.”

    Avrebbe così provato a stare in una stanza sola con lei. C’era però un problema: come avrebbe fatto a non rimanere pietrificato dal potere di lei?

    Gaji: “Senti, visto il tuo potere, mi metterò una benda sugli occhi.”

    Quindi, se tutto fosse andato per il verso giusto, si sarebbe bendato e si sarebbe poi fatto medicare in una stanza a parte dove avrebbe cominciato a parlare con Penelope invece:

    Gaji: “Tranquilla, non stare a curarmi che non ne ho bisogno: ho il potere di rigenerarmi e guarirmi in men che non si dica. Ho bisogno di parlare con te di una cosa. All’orecchio se non ti spiace: è molto delicata.”

    Se Penelope avesse accettato, le avrebbe raccontato di tutte le sue impressioni su quanto accaduto, soprattutto in merito al cambiamento che aveva visto e percepito:

    Gaji: “Non so se sapevate di questa cosa o avete avuto modo di vederlo in azione, ma quello che ho visto non mi convince, forse è solo un impressione, ma sembrava un altro.”

    Quindi le avrebbe chiesto cosa ne pensasse e se pensasse fosse una buona idea parlarne anche con Andrew: nel caso le avrebbe chiesto di intercedere per lui. Poi si sarebbe rivestito e sarebbe uscito dalla stanza, anche se poco prima avrebbe detto.

    Gaji: “Non ho motivo per non fidarmi di lui, ma il mio istinto mi dice che, se avesse potuto, in quello scontro avrebbe spazzato via anche me senza batter ciglio.”

    Così dicendo sarebbe uscito dalla stanza per poi ricongiungersi agli altri, togliendosi la benda e mettendosi a disposizione per eventuali domande o disposizioni sul piano.

    CITAZIONE
    Riassunto
    Grossa digressione sui dubbi di Gaji su Milo, per quanto visto poco prima; ricongiungimento coi propri compagni, dove ringrazia Milo e si scusa con Andrew; infine, richieste di cure a Penelope in disparte, dove le parla di quanto visto di cupo nel Lancaster e le chiede di valutare se mettere al corrente anche Andrew della cosa


    Edited by Gaji - 11/9/2018, 13:42
     
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    "Vi sto aspettando, coraggio."

    Sentire all'improvviso quella voce, quelle parole, dentro la sua testa fece gelare il sangue nelle vene di Penelope Sakura.
    Tutt'a un tratto non aveva importanza com'era finita la battaglia o come la loro avversaria fosse stata giustiziata senza pietà.
    Il Re li stava apertamente sfidando con un potere degno del suo nome e di ciò che aveva combinato con i loro mondi di origine.
    Doveva solo sperare che fosse sensibile al suo fascino, altrimenti si sarebbe sentita utile come una forchetta da brodo, ancor meno di quanto avesse già sofferto di complessi di inferiorità nei confronti dei suoi compagni.

    Come se le avesse letto nella mente, Gaji le si rivolse chiedendole aiuto: "... un favore, negli scontri precedenti ho ricevuto una brutta ferita al fianco come puoi vedere, mi servirebbe quindi assistenza medica: preferisco però una stanza adatta se non ti spiace. Penelope, se non sbaglio ne sai qualcosa al riguardo.”

    "Certo, sono un medico" rispose con un tono esattamente a metà strada tra l'entusiasta - per la possibilità di rendersi utile - e lo stizzito - per il dubbio che Gaji avesse sulle sue competenze.
    La mente le tornò ai vecchi tempi della sua vecchia vita, quando navigava a bordo di un vascello sulla Rotta Maggiore, pronta ad aiutare i suoi amici pirati a riprendersi dopo ogni dura battaglia. Era lì che si sentiva realizzata ed era a quella sensazione che voleva tornare.
    Se possibile, con Andrew.

    Gaji ebbe il buon senso di bendarsi per evitare gli effetti del Mero Mero generati dalla lussuria - e ciò solleticava il suo stupido ego.
    Chiusi nella stanza più vicina, il vichingo infranse i suoi umili sogni.
    Penelope si stava avvicinando al suo fianco, per tastare con mano la situazione della ferita che aveva millantato, quando Taurus la scostò.

    “Tranquilla, non stare a curarmi che non ne ho bisogno: ho il potere di rigenerarmi e guarirmi in men che non si dica. Ho bisogno di parlare con te di una cosa. All’orecchio se non ti spiace: è molto delicata.”

    "Ma... si sarà innamorato di me? Vuole farmi..?"
    La sua mente iniziò a macinare scenari a più non posso, piuttosto a senso unico a dir la verità.
    La sua vita sentimentale e sessuale era diventata un disastro da quando aveva assaggiato il Frutto del Diavolo. Gestire l'attrazione fisica con i suoi papabili amanti o fidanzati era, per definizione, un'impresa impossibile, nel migliore dei casi da equilibristi.
    Come avrebbe dovuto sbrogliare questa matassa, tanto più che Taurus non le piaceva?
    Si avvicinò per sentire la sua dichiarazione d'amore.
    Fu la seconda volta in cinque minuti che venne delusa in modo cocente.

    “Non so se sapevate di questa cosa o avete avuto modo di vederlo in azione, ma quello che ho visto non mi convince, forse è solo un impressione, ma sembrava un altro.”

    Le chiese cosa ne pensasse e se pensasse fosse una buona idea parlarne anche con Andrew.

    "Allora... non dico che tu non abbia ragione. Anch'io ho notato che qualcosa non andava e non so se è una questione medica o soprannaturale. Su due piedi ho pensato che possa soffrire di un disturbo da personalità multipla, che è poco descritto nella letteratura medica, il campo della medicina del cervello è ancora molto... acerbo. In pratica, nella sua testa ci sarebbero almeno due menti e a seconda delle situazioni una prende il sopravvento sull'altra. La questione è sicuramente pericolosa, con un soggetto che padroneggia un potere di livello oserei dire... divino. Ma non conviene parlarne con Andrew: è così legato a Milo che penso che se fosse costretto a scegliere tra lui e... una donna che ama... sceglierebbe lui. Adesso pensiamo a uscire vivi dalla sfida del Re, dopodiché parleremo con i capi della Resistenza... o comunque vorremmo chiamarci dopo la vittoria. La Repubblica...? ... insomma, questo è come la vedo io."

    Taurus Gaji annuì, per lo più deluso, si rivestì e fece per uscire dalla stanza, commentando sulla soglia:

    “Non ho motivo per non fidarmi di lui, ma il mio istinto mi dice che, se avesse potuto, in quello scontro avrebbe spazzato via anche me senza batter ciglio.”

    "Lo so", gli rispose Penelope mentre si allontanava in direzione degli altri e si toglieva la benda dagli occhi.
    Attese qualche secondo, meditabonda, prima di seguire i suoi passi.
    Il tempo stringeva e non potevano pensare ad altro che alla battaglia finale.

    CITAZIONE
    Riassunto: Penelope parla con Gaji del problema di Milo. Conviene con lui che possa avere problemi psichiatrici ma sconsiglia di parlarne con Andrew o affrontare la questione prima della battaglia finale.
     
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    Andrew si era lanciato contro la cupola, come fu prevedibile, la ruppe e attraversò, uscendo all'esterno. Passando dall'altra parte, la fortezza, travolse tutto, buttando all'aria, interi palazzi. Dalla sua altezza, vede qualcosa muoversi che dalla sua prospettiva sembrava un insetto, in realtà era un uomo, che urlava e provava ad attirare l'attenzione, Taurus Gaji. Non appena il castello animato riconobbe l'uomo, si dimenticò della nemica e afferrò un pezzo di muro da un palazzo distrutto e lo brandì come una mazza.

    A-: TU! Bestia, dov'è Milo? Lo hai abbandonato, sei morto.

    Andrew stava per calare il suo muro mazza, quando si bloccò, la donna degli specchi stava urlando. Il castello era confuso, la ragione gli diceva di preoccuparsi della nemica, mentre la rabbia e la paura che fosse successo qualcosa a Milo, lo incitavano a spappolare Gaji, come un insetto.

    Le grida della donna s'intensificarono e iniziò ad implorare, dal palazzo reale partì un raggio che uccise miss specchi. Dopo che la donna morì, si sentì una voce, il re, che invitava il gruppo da lui.

    Il Buliwyf era furioso, non era riuscito a uccidere la donna e come preso da furia cieca, usò il muro mazza per fare a pezzi il cadavere della nemica. A ogni mazzata, venivano scosse di terremoto, mentre era impegnato, in quell'azione, Taurus provò a entrargli in un occhio, Andrew se ne accorse e lo intercettò impedendogli di entrare.

    A-: Tu, piccolo moscerino codardo, come osi? Ti entrerò nel sedere e poi diventerò di nuovo un gigante, facendoti esplodere.

    Quasi a conferma delle sue parole, Andrew ridivenne un essere umano. Ormai la ragione aveva abbandonato il ragazzo e stava per attaccare e forse penetrare, un ferito Taurus, ma vide Milo e allora si dimenticò di Gaji.

    A-: Fratello, sei vivo! Ho visto solo il gigante e solo Gaji, pensavo che fosse scappato, lasciandoti solo a combattere.

    Andrew vedeva che Milo non era il solito e c'era ancora qualcosa di diverso in lui.

    A-: Tu sei Milo? Prima di andartene, ti chiamavi in terza persona. Se non sei Milo, liberalo. Invece, se sei ancora lui, sappi che ti considero ancora un fratello.

    Vedendo l'amico, l'uomo castello iniziò a calmarsi e lo accolse all'interno delle sue mura. Invece, lasciò Taurus per strada.

    A-: Per tutti i problemi che mi hai creato, dovrei lasciarti qui a morire, ma non sarebbe giusto. Vieni, compagno.

    Anche Gaji, riuscì ad entrare. Una volta dentro, il Gaji si scusò per tutto.

    A-: Accetto le tue scuse e ti porgo le mie. In questo momento, sto spostando le mie mura, quando uscirai da questa stanza, ti ritroverai in una camera attrezzata, in cui potrai riposare e essere curato. Mentre ci riposiamo, il mio corpo camminerà fino al palazzo.

    Non appena Taurus fu uscito, il padrone del castello portò Milo nella sala svago e gli offrì lo stesso whisky bevuto a inizio missione.

    A-: Come stai? Hai bisogno di qualcosa? Io vado a caricare i miei cannoni, pronuncia il mio nome e io arriverò da te.

    Andrew stava finendo di caricare le sue armi, il ragazzo avvertì qualcosa dalla stanza di Gaji, grazie al suo potere, sapeva tutto ciò che accadeva al suo interno, allora concentrò tutte le sue attenzioni su quel luogo, Penelope e Taurus, cospiravano. Finito di origliare, il Buliwyf comparve di fronte a Milo.

    A-: Milo, Gaji ha paura di te, ti ritiene pericoloso. Sta cospirando contro di te, insieme a Penelope, dopo la battaglia con il re, vogliono denunciarti ai capi. Cosa vuoi fare a riguardo? Io starò dalla tua parte, costi quel che costi.


    CITAZIONE
    Andrew si accanisce sul cadavere della nemica, si ritrasforma in umano. Accoglie Taurus e Milo. Sente la conversazione tra Taurus e Penelope, fa la spia a Milo.
     
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    Milo arrivò giusto in tempo per veder morire la giovane sconosciuta. Un attacco proveniente dal nulla squarciò il petto della donna mettendo fine alla sua vita.

    "FANTASTICO!"

    L'Oscurità scoppiò a ridere: nel suo sguardo vi era puro godimento, godimento per la morte del loro nemico. L'espressione del mercenario, tuttavia, cambiò radicalmente nel momento in cui una voce invitò il quartetto a recarsi presso il castello. Non c'era alcun dubbio, a parlare era stato il re in persona.

    "Vaffanculo, Re dei miei coglioni."

    Milo rimase immobile e si guardò attorno.

    "Uhm? Dunque ci sei anche tu, mezza sega."

    Il Lancaster fissò per qualche istante Gaji il quale, sebbene riluttante, ringraziò il compagno per l'aiuto fornitogli.

    "Sei a malapena in grado di reggerti in piedi. Se non fossi intervenuto io saresti morto sicuramente. E dire che quei due erano delle seghe. Mi devi la vita, ricordatelo pulce."

    L'occhio vuoto del Lancaster cominciò nuovamente a tingersi di nero. Fortunatamente per il Nen User a calmare Milo fu Andrew il quale si rallegrò di vedere il fratello sano e salvo.

    "La pulce ha fatto esattamente quanto hai detto ma, come vedi, sono qui vivo e vegeto. I due nemici invece, beh..."

    Un sorriso sadico comparve sul suo volto.

    "Uno è stato polverizzato, i pezzi dell'altro invece dovrebbero essere disseminati un po' ovunque."

    Il Mercenario si avvicinò leggermente a Gaji.

    "E, qualora te lo stessi chiedendo, no non è andato in pezzi a seguito del mio attacco di oscurità. Lo ho smembrato io con questa spada. E lo ho fatto per puro divertimento."

    Il volto di Milo si fece subito serio a causa delle parole pronunciate da Andrew il quale chiese se fosse realmente Milo. L'Oscurità scoppiò a ridere.

    "Però, sei intelligente. No, non sono Milo... O meglio, non sono il Milo che conoscete. Ma, se ci tieni tanto ad averlo, eccolo a te."

    L'Oscurità salutò il trio con un cenno della mano e sparì nei meandri più profondi dell'animo di Milo. Chiunque si sarebbe accorto dello scambio dal momento che il volto del Lancaster divenne decisamente più rilassato.

    "Ciao Fratello. Penelope. Pulce."

    Anche quell'alone malvagio nella voce del mercenario era sparito.

    "Beh, credo che ormai non abbia più senso nascondervi la verità. Parleremo dentro."

    Grazie al potere del frutto di Andrew, tutti e quattro vennero trasportati nella fortezza vivente.

    "Innanzitutto vi chiedo scusa per tutto. Otto anni fa trovai in una missione il frutto Dark Dark. Come ben sapete, nella Resistenza vige la legge che chi trova un frutto è autorizzato a mangiarlo. Beh, io ne ho approfittato e, dal momento che ambivo al potere assoluto che tale frutto mi avrebbe dato, non ho indugiato alcun istante e ci ho dato un morso."

    Milo indossò nuovamente la maschera.

    "Purtroppo però questo potere non è umanamente controllabile. In esso si cela qualcosa di più profondo, qualcosa di oscuro. Esso è in grado di risvegliare la malvagità presente in una persona ed amplificarne la pericolosità. Per tale motivo ho deciso di non utilizzarlo."

    Il Lancaster deglutì.

    "Ero convinto di poterla controllare ma, a quanto pare, è lei a comandare."

    Andrew, vedendo l'amico a disagio, decise di portarlo nella sala svago lasciando Gaji e Penelope da soli.

    "Grazie fratello e scusami per tutto."

    Il fratello sorrise e chiese a Milo se avesse bisogno di qualcosa.

    "No, ti ringrazio. Arma pure i cannoni. Io sono qui."

    Non appena Andrew sparì, Milo alzò lo sguardo al cielo e cercò di riposarsi. Lo scontro lo aveva segnato parecchio e la stanchezza si stava facendo sentire non poco. Il relax tuttavia durò poco dal momento che Andrew tornò a riferire che Gaji, spaventato dal potere di Milo, aveva parlato con Penelope. Il loro obiettivo, stando alle parole del fratello, era riferirne la pericolosità ai capi. Il Lancaster scoppiò a ridere.

    "Beh, fratello mio..."

    A completare la frase fu qualcosa di più oscuro...

    "Vuol dire che, una volta eliminato il Re sarà la volta di Gaji e Penelope."
     
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